Licei della Brianza e Tuttoscuola/2: il nuovo sistema di governo della scuola

La riforma del Titolo V, parte seconda della Costituzione, il dialogo, la cooperazione e la collaborazione interistituzionale, la nuova cultura di governo, sussidiarietà ed educazione, la scuola e la dirigenza scolastica, la garanzia dell’unitarietà del sistema educativo, sono state le questioni problematiche focalizzate da Alfonso Rubinacci (esperto di sistemi formativi e coordinatore del Comitato scientifico di Tuttoscuola). Rubinacci ha messo inoltre in evidenza che l’attuale configurazione dell’autonomia delle istituzioni scolastiche, ancora pallida ed incolore, pone la questione della sua costruzione teorica e delle sue ricadute sul sistema delle relazioni con gli altri soggetti istituzionali. In particolare occorre chiarire – ha sottolineato ancora Rubinacci – a cosa serve l’autonomia delle scuole, quali i suoi confini e le sue possibilità esplicative, come si colloca nel processo di riordino degli assetti di competenza dei soggetti istituzionali, a quali esigenze deve corrispondere.

Occorre consolidare i rapporti della scuola con i soggetti istituzionali che operano nel territorio (comuni e province) che occupano un ruolo strategico per l’analisi dei fabbisogni del territorio, che sono propedeutici alla programmazione dell’offerta formativa di istruzione e formazione di competenza della Regione. Con queste modalità la programmazione accompagna lo sviluppo del territorio e la scuola, anche a causa di continue richieste di finanziamenti per interventi strutturali collegati principalmente al tema della sicurezza nei luoghi di lavoro, è percepita non più come un peso finanziario ma come una risorsa.

L’incontro, che ha registrato un ricco e costruttivo dibattito sulle questioni poste, ha messo in luce l’impegno del personale dirigente e docente ad operare con convinzione per pervenire a scelte condivise e capaci di generare un miglioramento dei livelli di funzionamento della scuola, nel quadro di una valorizzazione delle autonomie territoriali e funzionali.

Questa prospettiva richiede di ripensare le modalità e i contenuti della formazione in servizio dei dirigenti delle amministrazioni statali, regionali, degli enti locali ed in particolare dei dirigenti scolastici che devono essere finalizzati a consolidare la visione comune dei problemi, a sviluppare competenze omogenee su tutto il territorio, rimanendo sensibili alle specificità locali.

Un obiettivo stimolante che impone di rivedere le politiche di formazione del personale dirigente.