
Il salario ombra di chi lavora nella scuola
Si è conclusa a Roma la quattro giorni (12-15 maggio) del Forum della Pubblica Amministrazione, aperta e chiusa da Renato Brunetta, che ha polemizzato contro i dipendenti pubblici fannulloni e ha promesso misure per renderne effettiva la licenziabilità.
La posizione del ministro ha subito suscitato la violenta reazione della CGIL Scuola, che avrebbe voluto ascoltare dal titolare della Funzione Pubblica parole di valorizzazione dell’impegno e della professionalità di quanti lavorano nelle scuole, promesse di rinnovo dei contratti pubblici scaduti, interventi di stabilizzazione del precariato. Purtroppo – dichiara il comunicato della CGIL Scuola, “l’unico argomento sul quale siamo informati sono i ‘fannulloni'”, e non è questo il modo migliore per affrontare la sfida dell’innovazione nella Pubblica Amministrazione.
Nell’intervento di chiusura del Forum di ieri, Brunetta ha chiarito il suo pensiero. Il lavoro dipendente pubblico attira le migliori intelligenze, perché, a parità di retribuzione con il settore privato, il salario del dipendente pubblico vale molto di più.
Il lavoro pubblico, secondo Brunetta, gode di vantaggi, come quello della non licenziabilità e delle 112 normative favorevoli, incluse quelle su diritti sindacali, orario di lavoro e maternità, che costituirebbero un “salario ombra” che renderebbe il salario percepito della pubblica amministrazione, se monetizzato, 2 o 3 volte superiore a quello del settore privato.
Una volta che hanno avuto accesso al posto pubblico, queste migliori intelligenze però soffrono la frustrazione di ambienti nei quali la professionalità e l’efficienza non sono premiati e le incapacità e le inefficienze non sono punite. Quindi dimenticano presto i vantaggi del salario ombra, invidiano i colleghi del settore privato di cui sono valorizzate le capacità, e vivono situazioni lavorative di disagio.
Il salario ombra potrebbe essere una chiave di spiegazione della densità delle graduatorie di accesso al lavoro nella scuola pubblica, del fatto che ogni anno siano combattute battaglie a colpi di ricorsi e controricorsi e, recentemente, siano stati effettuati tentativi di accesso truffaldino (vedi il caso bidellopoli). La teoria del salario ombra spiegherebbe anche il disagio che esprimono con frequenza le organizzazioni di rappresentanza delle categorie della scuola, e chi lavora con dedizione e passione, lo fa solo – direbbe Brunetta – per “amor proprio” o per un inspiegabile “miracolo”.
La chiave di lettura dei sindacati ovviamente è opposta: la causa dell’inefficienza sarebbe da ricercarsi nell’assenza di stimoli, di qualsiasi genere. Si tratta di posizioni conciliabili? Dal punto di vista sindacale, per la scuola ci attende un quinquennio “caldo”?
Solo gli utenti registrati possono commentare!
Effettua il Login o Registrati
oppure accedi via