Tuttoscuola: Il Cantiere della didattica

Progettare un curriculo flessibile

di Francesca Argenti

Le scuole della Fondazione “gesuitieducazione”, come tutto il mondo della scuola, si trovano impegnate in questo momento storico in una grande trasformazione che riguarda il senso profondo dell’essere scuola. Se la scuola non è più solo un luogo di trasmissione di conoscenze, è necessario definire il quadro di riferimento entro il quale si muove l’azione educativa, i traguardi a medio e a lungo termine, gli strumenti valutativi più adeguati alla lettura dei percorsi e la formazione da dedicare ai docenti perché tutto questo sia possibile. Bisogna ripartire dal curricolo, dal cuore del POF. Nulla di scontato, poiché si ha a che fare con la molteplicità delle esperienze formative (che vanno oltre l’attività didattica), con il loro relazionarsi con un mondo in profondo mutamento che ci costringe ad essere disposti a rinegoziare di continuo le nostre decisioni e ad assumere modelli flessibili e mai categorici o definitivi.

Nella nostra visione di scuola come luogo privilegiato dell’azione educativa, non si tratta tanto di passare da un “vecchio” modello di scuola ad uno completamente antitetico, quanto piuttosto di allargare gli orizzonti con sguardo rinnovato, capa- ce di coniugare il tesoro della tradizione con le istanze più profonde dell’uomo di oggi.

Il “vecchio” modello di scuola fu in realtà, ai tempi in cui fu proposto, una rivoluzione: in molti si  opposero  ad un’istruzione  gratuita  per  tutti, ritenendo che i figli delle classi sociali più povere fossero geneticamente inadatti ad essere istruiti. questo modello di scuola – lo ripetiamo, rivoluzionario per l’epoca – prevedeva lezioni uguali per tutti, partiva dal presupposto che la conoscenza fosse iscrivibile in una serie di contenuti e che ad una domanda corrispondesse solo una risposta corretta.

Secondo questo modello  “sapere”  significava ricordare,  e chi non era in grado di ricordare cercava di copiare dal compagno di banco quell’unica risposta che era attesa dall’in- segnante. questo tipo di istruzione doveva garantire a tutti di poter agire responsabilmente in un mondo che richiedeva processi lineari, logici, sequenziali. Oggi non è più così. Il mondo in cui viviamo è diventato tutt’al- tro che logico, lineare, sequenziale. Esso è dinamico, fluido, asistemico, orizzontale, complesso.

I percorsi possibili sono quasi infiniti, e ognuno è chiamato a realizzare la propria originalità  attraverso  un cammino comunitario  e nello stesso tempo personalissimo. nel mondo in cui viviamo non sempre esiste una sola risposta giusta ad una data domanda; esistono più spesso buone risposte che vanno discusse e negoziate tenendo conto dei contesti e delle persone. e bisogna essere disposti a rinegoziarle, modificarle, adattarle a nuove realtà sempre in evoluzione. quale modello di scuola può formare per un mondo così? quale prepara- zione è necessaria? Fondata su quali esperienze? Secondo quale metodo? quale lettura dare alle diverse esperienze? Attraverso quali strumenti?

Queste le domande che dobbiamo porci se vogliamo ripensare la scuola oggi. Allora una cosa sembra certa: la scuola oggi non può più pensarsi come un’istituzione autoreferenziale  e capace di rispondere da sola, con le sue sole forze, alla complessità e al dinamismo di un mondo in continua evoluzione.

E’  oltretutto  vero che oggi la scuola non è più solo un luogo di formazione culturale  intesa  come trasmissione di conoscenze disciplinari, ma dove la formazione culturale si arricchisce e prende forza attraverso esperienze significative: competizioni sportive, progetti, relazioni con le istituzioni e con il mondo aziendale, attività di volontariato, crescita spirituale e personale, viaggi e gemellaggi. queste esperienze sono ricche di senso perché fanno vivere valori vitali competizione, gioco, lavoro di squadra, servizio, gratuità, ascolto, silenzio, apertura al mondo e agli altri. questi valori, se ben accompagnati da educatori che fanno dell’aspetto  tutoriale il punto di forza dell’attività formativa, portano alla conoscenza di sé e alla capacità di orientarsi nella complessità, che è una delle caratteristiche fondamentali che l’uomo di oggi deve avere.

Queste esperienze non avvengono in modo casuale e non costituiscono attività parascolastiche o extrascolastiche, ma sono inserite in una rigorosa cornice didattica e culturale, che prevede un percorso flessibile, graduale, coerente e personalizzato a seconda delle caratteristiche di ogni studente. In un mondo che diventa sempre più connesso, asistemico, globale, dinamico e orizzontale, l’educatore accompagna, orienta, riconosce le qualità originali di ogni studente ed fornisce una lettura della sua rete di esperienze e relazioni offrendogli un’apertura al mondo, a partire dall’incontro con altre scuole, con le aziende, con le istituzioni del territorio, fino ad abbracciare una rete globale, realizzando così quel “il mondo è la nostra casa” che rivela la missionarietà del carisma ignaziano fin dalle sue origini.

Ecco che allora quello che noi chiamiamo “Curriculum”, e che comprende la totalità della nostra offerta formativa, non può limitarsi a una lettura/valutazione delle competenze disciplinari, ma deve saper leggere  e valorizzare/valutare  quel percorso umano che riteniamo caratterizzante  per le nostre scuole. oltre alla formazione disciplinare, dove si sono concentra- ti i nostri sforzi negli ultimi anni per determinare i livelli in uscita dalla Scuola dell’Infanzia, dalla Primaria, dalla Secondaria di I grado e dai Licei, stiamo elaborando nuove modalità per integrare nel Curriculum di Istituto le tappe imprescindibili della formazione spirituale, del servizio e dell’internazionalità, lasciando spazio a quella flessibilità e quella personalizzazione che caratterizza ogni contesto.

In questo percorso rientra a pieno titolo l’uso della tecnologia, vettore trasversale di lettura, di condivisione e collaborazione tra tutti gli attori in gioco. Per ciascuno di questi percorsi formativi stiamo cercando di stabilire le tappe, gli strumenti più adeguati e i criteri di valutazione.  È inoltre evidente che, affinché questo avvenga, ossia affinché ogni nostro studente possa ricevere un riconoscimento della sua formazione umana e culturale, queste attività devono pre- vedere alcune tappe curricolari e non opzionali, e che sarà cura dei docenti accompagnare i propri studenti non solo nelle attività prettamente didattiche ma anche in quelle formative.

Il Curriculo dei nostri Collegi si vuole così configurare come un percorso verticale, graduale, flessibile, coerente e progressivo che abbraccia la totalità della nostra proposta formativa stabilendo i livelli in uscita al termine dei vari cicli scolastici e definendone le modalità di tutoria, lettura e valorizzazione/valutazione. La comunità educante crescerebbe così insieme nell’accompagnare, rileggere, valorizzare, orientare ed educare ad un discernimento profondo, percependo questo come il compito più altamente educativo a cui è chiamata.

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