304 mila precari, anzi no, 237 mila

Nel corso di una recente trasmissione televisiva, il viceministro Bastico ha precisato che i precari iscritti nelle graduatorie permanenti sono 304 mila, ma che, considerate le doppie iscrizioni a varie graduatorie, le persone effettive sono circa 237 mila, una quantità più vicina a quei fatidici 150 mila posti riservati ai precari per la loro immissione in ruolo.
Dalle graduatorie pubblicate dal ministero nell’agosto scorso è possibile conoscere qualcosa di più di questo mondo che preme alle porte della stabilizzazione.
Napoli è la provincia con il più alto numero di iscritti (22.904), seguita da Roma (20.555) e da Milano (17.325).
Anche Palermo con 11.118 iscritti e Catania con 10.004 non scherzano quanto a precariato.
Vi sono piccole province, invece, dove il precariato è quasi assente, come a Gorizia con 448 iscritti, Isernia con 550 oppure Oristano con 667 e Vercelli con 677.
Con riguardo alle singole regioni, dove spiccano la Lombardia con 42.471 iscritti in tutte le graduatorie permanenti, la Sicilia con 40.601 e la Campania con 39.800, sono gli iscritti delle permanenti della Sicilia e dell’Emilia Romagna, con un basso rapporto tra posti di organico e numero di precari, ad avere virtualmente una prospettiva più favorevole per il ruolo.
In Sicilia, dove i posti di organico sono complessivamente 79.098 e gli iscritti nelle graduatorie permanenti sono in tutto 40.601, il rapporto è di 195 posti/cattedre ogni 100 precari; in Emilia-Romagna il rapporto è di 204 posti/cattedra ogni 100 precari.
All’estremo opposto, invece, in Sardegna il rapporto virtuale è molto più alto (298), ma in Piemonte è ancora peggiore (304).
Le probabilità di immediata immissione in ruolo sembrano favorire i precari siciliani, ma tutto dipenderà ovviamente dal turn over, perché le nomine in ruolo si faranno sui posti che i pensionamenti lasceranno vacanti.