300 istituzioni scolastiche superiori da cancellare

Il primo intervento sulla rete scolastica dell’estate scorsa (art. 19 della legge 111) aveva previsto il ridimensionamento soltanto delle istituzioni scolastiche del 1° ciclo, ma l’ultimo intervento (legge di stabilità votata definitivamente sabato scorso) colpisce anche le istituzioni del 2° ciclo.

Sono infatti circa 300 (esattamente 297) le istituzioni scolastiche di istruzione secondaria di II grado che, per effetto della nuova legge di stabilità (ex-legge finanziaria), non potranno più funzionare, perché sottodimensionate secondo il nuovo parametro minimo di 400 studenti.

Se con i vecchi parametri (massimo 500 e minimo 300) era consentito il funzionamento, a condizione che quelle istituzioni scolastiche si trovassero nelle piccole isole, nei comuni montani o nelle aree geografiche caratterizzate da specificità linguistiche (tutte condizioni ignorate da molte Regioni), ora i limiti minimi sono stati elevati dal comma 75 della nuova legge che così recita: 75. All’articolo 19, comma 5, del decreto-legge 6 luglio 2011, n. 98, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 luglio 2011, n. 111, la parola: «500» è sostituita dalla seguente: «600» e la parola: «300» è sostituita dalla seguente: «400».

Quasi la metà di queste istituzioni scolastiche sotto i nuovi parametri (140 su 297) si trova nelle regioni del Sud, 67 nelle Isole e 46 nelle regioni centrali, mentre il nord ne ha complessivamente 48.

Per poter continuare a funzionare quelle istituzioni dovrebbero accorparsi ad altre per raggiungere le condizioni dimensionali minime richieste. Alla fine molte verranno quindi assorbite o si accorperanno tra di loro, riducendosi drasticamente di numero con una contrazione finale che potrebbe essere di circa 100 istituzioni (ricordiamo sempre che si tratta di soppressioni di presidenze e uffici amministrativi, non delle sedi scolastiche).

A farne di più le spese dovrebbero essere (il condizionale è d’obbligo) la Calabria (ne ha 47 sotto i 400 studenti), la Campania (32) e la Sardegna (35).