
2° Rapporto: l’intervento del ministro Gelmini
Pubblichiamo qui di seguito un’ampia sintesi dell’intervento pronunciato dal ministro Gelmini in occasione della presentazione del 2° Rapporto sulla qualità nella scuola.
In apertura del suo discorso il ministro ha dato notizia delle decisioni prese dall’odierno Consiglio dei ministri che ha varato il Testo unico sull’apprendistato e approvato l’autorizzazione al reclutamento di 65.000 unità di personale scolastico per il prossimo triennio.
Poi ha espresso una valutazione sul valore del Rapporto sostenendo che “sulla scuola in genere si discute sulla base di percezioni soggettive basate su esperienze dirette e quindi frammentarie e spesso limitate. Trattandosi del più grande sistema del Paese per numero di addetti, strutture scolastiche e capillarità di diffusione territoriale, è inevitabile quindi che qualunque ‘esperienza diretta’ sia in realtà insignificante per poter dare un giudizio sul sistema. E’ necessario quindi poter disporre di Rapporti come quello che viene presentato oggi in grado di fornire una significativa base di dati, raccolta su una serie di indicatori significativi. Trattandosi inoltre della seconda edizione, il Rapporto permette anche di leggere i cambiamenti e lo sviluppo del sistema“.
Ha poi sottolineato che il confronto tra il primo ed il secondo Rapporto “evidenzia prima di tutto un miglioramento nella metà degli indicatori utilizzati: nel Sud il miglioramento interessa addirittura i due terzi degli indicatori. Come per i risultati OCSE-PISA che riguardano gli apprendimenti, il generale miglioramento che si registra a livello nazionale deriva dai progressi registrati dalle scuole del Sud. A conferma di quanto pensiamo da sempre: migliorando le potenzialità del Meridione, miglioreremo la capacità di crescita e sviluppo del Paese“.
A questo proposito il ministro ha voluto sottolineare “la capacità che ha dimostrato il Ministero, anche in confronto ad altre Amministrazioni statali e locali, nell’efficace utilizzo dei fondi comunitari (PON). Tutte le azioni finanziate con questi fondi hanno contribuito non solo ad innalzare alcuni parametri strutturali delle scuole ma anche ai buoni risultati ottenuti sulla valutazione delle competenze degli studenti“.
Gli oltre 310.000 insegnanti che hanno seguito iniziative di formazione in servizio per migliorare la qualità dell’insegnamento sulle competenze di base, il milione e 139 mila studenti che sono stati coinvolti nelle diverse iniziative contro la dispersione scolastica, gli oltre 12 mila laboratori di cui sono state dotate le scuole del Sud hanno dato i loro frutti. Il Rapporto evidenzia questo deciso miglioramento delle condizioni del sistema di istruzione del Mezzogiorno che rappresenta un risultato importante dell’azione di questo governo, e sul quale oggi non possiamo più sorvolare. Costituisce un successo del quale andare fieri.
L’altro elemento che vorrei evidenziare rispetto al Rapporto è che la scuola è un sistema complesso caratterizzato da una diversità di risultati e parametri non uniformi sul territorio: su alcuni parametri troviamo, ad esempio, in testa alle classifiche province che non ci aspetteremmo di trovare. Anche dai risultati degli apprendimenti ricaviamo le stesse indicazioni: una forte variabilità di risultati a volte tra scuola e scuola anche della stessa zona socio-economica. Il Rapporto evidenzia correttamente che tutto questo dipende da variabili locali, che nel caso della scuola hanno un peso determinante. Nello stesso modo con il quale la qualità dell’insegnamento, che varia all’interno della stessa scuola, determina i risultati degli apprendimenti.
La professionalizzazione degli insegnanti
Questo introduce il tema della professionalizzazione dei docenti, che dovrà costituire la prossima tappa del nostro percorso riformatore e che è uno strumento imprescindibile per un sistema scolastico efficiente e all’avanguardia.
Le capacità professionali dei docenti sono alla base di qualunque progetto di miglioramento della qualità del sistema
Il suggerimento di aprire in Italia un nuovo capitolo che riguardi l’intera filiera “formazione iniziale – reclutamento – formazione in servizio – valutazione – carriera – merito” è al centro delle azioni di governo.
Stiamo operando esattamente in questa direzione: abbiamo riformato il percorso di formazione iniziale degli insegnanti aprendo una filiera formativa specifica per chi vuol diventare insegnante.
Un sistema che fino ad oggi ha vissuto di “distribuzioni a pioggia”, di avanzamenti salariali esclusivamente per anzianità – anche se l’esperienza professionale rappresenta indubbiamente un elemento importante – sconta inevitabilmente tutta una serie di resistenze quando si affronta il tema della valutazione. Ma il problema va affrontato con decisione, non evitato. Soprattutto nel momento in cui si passerà dal piano del dibattito a quello dell’attuazione e della concretizzazione di principi teoricamente condivisi, ma di non facile applicazione.
La scuola che vogliamo: valori, conoscenze e competenze
Noi vogliamo portare il sistema-scuola a un miglioramento e un’efficienza che ancora non ha raggiunto, grazie all’aiuto di tutti, delle forze politiche, come delle forze presenti nella società, degli insegnanti e degli studenti, che costituiscono il cuore e la mente del mondo dell’istruzione. Dobbiamo confrontarci con pacatezza, promuovendo il dialogo e l’impegno, e valutando nel merito gli interventi e le opportunità per migliorare un sistema scolastico vecchio.
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