15 mila posti di ruolo: una goccia nel mare

Sono stati ormai definiti i criteri di ripartizione dei 15 mila posti per le immissioni in ruolo dal prossimo settembre: quanti posti riservati ai docenti, quanti agli Ata e, tra questi, quanti ai collaboratori e quanti ai DSGA e agli assistenti? Sembra un po’ una guerra tra poveri, a causa della sproporzione tra posti e aspiranti al ruolo. E, oltre a deludere le attese di migliaia di iscritti nelle graduatorie permanenti, non darà stabilità alla scuola, visto che restano ancora migliaia di altri posti vacanti. La Cgil-scuola, a proposito di personale Ata, ha già espresso il proprio dissenso verso il criterio ministeriale che preferisce assegnare posti agli assistenti e ai direttori amministrativi piuttosto che ai bidelli (non si terrebbe conto del rapporto posti vacanti/nomine). La questione di fondo è comunque un’altra: la ridotta quantità di posti. Quei 15 mila non basteranno a coprire nemmeno i posti che si renderanno vacanti da settembre per pensionamenti (l’anno scorso se ne sono andate in quiescenza, tra docenti e Ata, poco più di 25 mila persone). Allo stato attuale i posti non coperti da titolare sono pari a circa 111 mila, di cui 33 mila posti di docenti e 78 mila di personale Ata. A settembre, nonostante la riduzione di organico disposta in applicazione della finanziaria 2002, quei posti aumenteranno per le migliaia di pensionamenti e supereranno le 100 mila unità.