10 associazioni sottoscrivono un decalogo per le elezioni

“La scuola non può essere stravolta ad ogni cambio di governo: scuola vuol dire spazio pubblico, non terreno di conquista. Per noi la scuola è un bene comune, un servizio per tutti, troppo prezioso per essere continuamente impoverito o trasformato, senza tenere conto del bisogno di certezze degli operatori della scuola e dei “tempi lunghi” necessari per valutare i risultati degli interventi di riforma realizzati. Per questo le ragioni della scuola non possono essere quelle di una parte”.

Questi sono i passaggi più significativi di un documento-appello che le dieci associazioni professionali che aderiscono al Forum nazionale delle associazioni (Adi, Aimc, Andis, Apef, Cidi, Diesse, Disal, Fnism, Legambiente Scuola e Formazione, Mce, Uciim) rivolgono alle forze politiche a campagna elettorale ormai avviata.

Il primo dei dieci punti riguarda l’innalzamento della spesa per l’istruzione, di cui si chiede l’aumento rispetto alla spesa pubblica totale. Viene qui ripresa una precisa richiesta (riportare l’incidenza della spesa per l’istruzione, ora caduta all’8,8%, al 10,3% della spesa pubblica totale -come nel 1990 – entro la fine della prossima legislatura) avanzata da Tuttoscuola la scorsa settimana (TuttoscuolaNEWS n. 329), e che per la verità – e dispiace, ci sembra un’occasione persa – non ha finora registrato adesioni a livello politico (non bisognerà mica pensare che per i partiti è difficile prendere un impegno preciso e inconfutabile con gli elettori?).

Seguono altri nove punti, che vengono però quasi tutti presentati in termini piuttosto generali, nell’evidente sforzo di conciliare le diverse posizioni di partenza (adesione alla Costituzione, attuazione del Titolo V, completamento dell’autonomia, riforma degli organi collegiali, generalizzazione della scuola dell’infanzia ecc.). Si accenna cautamente al rafforzamento dell’identità professionale dei docenti, “anche mediante strumenti d’incentivazione, di valorizzazione professionale e di sviluppo della carriera“, ma non si va oltre.

Sulla valutazione di sistema invece il documento prende una posizione esplicita e netta in favore di un nuovo sistema “autonomo dall’amministrazione, in grado di leggere luci ed ombre del sistema di istruzione e perciò di orientare le scelte politiche“.