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Verifiche sui permessi della 104: due linee di possibile intervento

Il sottosegretario all’istruzione, Davide Faraone, prevede un monitoraggio nazionale sui permessi della 104, annunciando interventi dove emergeranno numeri anomali.

Domanda: oltre quale soglia i numeri diventano anomali? Rispetto a quale standard?

Premesso che va salvaguardato l’accesso ai permessi a chi ne ha effettivo diritto e vanno invece colpiti gli abusi, riteniamo utile fornire alcuni consigli per rendere funzionale quel monitoraggio, fermo restando che il controllo è soprattutto finalizzato alla difesa del buon servizio scolastico.

Innanzitutto – primo intervento – non basta sapere quanti sono i fruitori di permessi, ma anche per quale familiare il permesso è stato richiesto, precisando sia la sede di servizio del richiedente sia il domicilio dell’assistito, nonché quale ASL ha prodotto la certificazione di grave disabilità.

Nel pieno rispetto della privacy, tale censimento consentirebbe di avere una mappa non solo quantitativa dei permessi della 104, e di rilevarne le anomalie rispetto alla media nazionale o territoriale.

Dopo il censimento si dovrebbe intervenire sulle situazioni anomale, coinvolgendo gli organi di polizia e la magistratura, come è successo ad Agrigento a settembre (101 denunce e 19 arresti), dove sono emerse anche false certificazioni.

Un secondo livello di intervento potrebbe essere attuato nelle singole istituzioni scolastiche. 

Si potrebbe rimettere ai dirigenti scolastici il compito di richiedere a tutto il personale che fruisce della 104 per l’assistenza a familiari la documentazione cartacea probante (non la semplice e comoda autocertificazione), fissando a livello nazionale un termine ristretto di consegna.

Per documentazioni irregolari il dirigente scolastico dovrebbe sospendere il beneficio fino a regolarizzazione, segnalando immediatamente eventuali casi dubbi.

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