Tuttoscuola: Il Cantiere della didattica

Sugli insegnanti di religione l’Ulivo si divide

Con qualche mal di pancia, la Margherita ha finito per votare a favore del disegno di legge governativo sullo stato giuridico degli insegnanti di religione cattolica, seguita dall’Udeur. Così il provvedimento, che dovrà tornare alla Camera per l’approvazione definitiva, è passato al Senato con 142 voti a favore, e solo 43 contrari. Inoltre 16 senatori si sono astenuti, a riprova del carattere tormentato del voto.
Ci sono temi sui quali l’opposizione si divide, e sono quelli che richiamano grandi questioni di principio e di coscienza, come la laicità della scuola statale, l’art. 18 dello Statuto dei lavoratori, la politica estera, il pacifismo. Nel caso degli insegnanti di religione cattolica, il problema non era quello della loro stabilizzazione, ormai matura anche agli occhi di molti di coloro che l’avevano sempre avversata, e non era neppure quello delle revoca dell’incarico da parte dell’ordinario diocesano, prevista dal Concordato tra lo Stato italiano e la Chiesa cattolica. La questione che ha provocato mal di pancia e astensioni è la possibilità, offerta ai docenti di ruolo “revocati”, di mantenere il posto di lavoro transitando ad una classe di concorso “normale”, contemplata dall’art. 4 comma 3.
Il rischio è che in questo modo si costituisca un anomalo canale di reclutamento, aperto ai soli insegnanti di RC, e regolato di fatto da un’autorità diversa dalla pubblica amministrazione italiana. Inoltre, secondo il sen. Monticone (Margherita), che pure ha votato a favore della legge, il testo approvato – nell’ipotesi di passaggio ad altro insegnamento disciplinare – non esplicita sufficientemente i requisiti minimi che questi docenti dovrebbero possedere: la laurea specifica e l’abilitazione per la nuova disciplina assegnata per “mobilità”.

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