Sette punti per sette occasioni. Come la scuola può migliorare in vista del rientro

Mi ostino a pensare che questa pandemia possa aiutarci. Maria Montessori diceva che gli ostacoli fanno crescere. Già nelle piccole cose.

Punto primo: il bagno.
Gli alunni di ogni età ci devono andare per forza a ricreazione. Tutti insieme. Che umiliazione! E siccome gli assembramenti sono impediti ecco la novità: fidiamoci di loro, possono andare magari scegliendo il momento giusto dopo avere completato un compito o finito di ascoltare l’insegnante. Perché allora non provare il semaforo montessoriano?

Punto secondo: lo zaino.
È stracolmo di oggetti utili e meno utili. Un emblema del nozionismo nostrano e della inospitalità scolastica: loro si devono portare tutto da casa. Bene, alleggeriamo. Meno oggetti vengono introdotti, meglio è. Allora facciamo largo a piccole cartelle con dentro un tablet e via. Gli strumenti sono a scuola personalizzati e igienizzasti a dovere.

Punto terzo: gli spazi vuoti.
Tutti li hanno visti: ampissimi corridoi ed enormi atri che rimbombano. Di contro: aule piccole, strette, strapiene, rumorose. Ma chi l’ha costruiti questi edifici? Bene, il distanziamento ci obbliga a popolare questi non-luoghi vuoti di tavoli, sedie e banchi. Finalmente l’open space a scuola. In ogni spazio si studia e si lavora. Una benedizione!

Punto quarto: la sorveglianza.
Qui le strade sono due: la minaccia o la responsabilità. Propendo per la seconda: fidiamoci e aiutiamoli per i comportamenti consapevoli.
Se devono usare i dispenser o indossare la mascherina: loro sono in grado di capire e non drammatizzare. Anche questa sarà una sfida per aiutarli a diventare responsabili di se stessi e degli altri.

Punto quinto: la ricreazione.
Finalmente la ricreazione è finita. E con essa la confusione, gli schiamazzi, il caos! Stiamo al proprio posto, ma non “tutti zitti!” La sfida è: incollati alla sedia perché l’attività coinvolge e la lezione ci prende così tanto da emozionarci. Poi come in Finlandia stop ogni 10 minuti. E allora sul posto piccoli esercizi di yoga, musica, mindfullness, body percussion. Ho sempre invocato le pratiche di brain refreshing.

Punto sesto: il giardino.
Basta con giochi e giochini maltrattati: ora aree di lavoro, panche, pedane, gazebo. Outdoor education. Usciamo di classe e facciamo attività nei giardini, anche Leopardi e Rodari appariranno straordinari. Allora non solo banchini monoposto, per piacere! Lo spazio – diceva Malaguzzi – è il Terzo Educatore.

Punto settimo: la scuola-comunità.
Alleluja! I docenti fanno gruppo e rendono unitario il curricolo, coinvolgono tutti gli alunni per attuare il nuovo regolamento e le nuove
procedure di sicurezza sanitaria.

Insomma signora Ministra cogliamo per favore l’occasione per rendere i bambini e i ragazzi responsabili, farli crescere e realizzare scuole-comunità innovative.

*presidente Associazione Senza Zaino