Chi ha paura del registro elettronico?

Il decreto legge n. 95/2012 ha previsto che “Il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca predispone entro 60 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto un Piano per la dematerializzazione delle procedure amministrative in materia di istruzione, università e ricerca e dei rapporti con le comunità dei docenti, del personale, studenti e famiglie”.

Ha anche previsto che “A decorrere dall’anno scolastico 2012-2013 le istituzioni scolastiche e i docenti adottano registri on line e inviano le comunicazioni agli alunni e alle famiglie in formato elettronico”.

In assenza del Piano di dematerializzazione (manca il decreto) il registro elettronico non è obbligatorio, ma se il collegio ne delibera l’utilizzo, tutti i docenti sono obbligati ad adottarlo.

Non sono disponibili dati ufficiali, ma sicuramente, pur tra perplessità e resistenze, il registro elettronico sta entrando nell’uso ordinario degli insegnanti.

Quanto accaduto nei giorni scorsi all’istituto Feltrinelli di Milano, raccontato dal Corriere della Sera, può far cadere dubbi e resistenze tra docenti, studenti e famiglie.

In una terza classe di liceo scientifico dal tabellone degli scrutini finali risultavano alcuni dati che studenti e genitori hanno ritenuto incongruenti rispetto a quelli in loro possesso già trasmessi mediante registro elettronico.

In seguito alla richiesta di chiarimenti presentata, la scuola ha effettuato rapide verifiche, rilevando che alcuni insegnanti avevano applicato in sede di scrutinio un peso diverso a singoli voti orali e scritti, alterando la media finale prevista.

La scuola ha immediatamente operato la correzione e uno studente valutato in un primo tempo come non promosso è risultato soltanto rimandato, e altri tre compagni hanno avuto un miglioramento valutativo: un rimandato è risultato promosso, e altri due si sono ritrovati con un solo debito anziché due. Grazie al registro elettronico.