Scuola e digitale: ottimi risultati, ma ancora troppa resistenza

Scuola e digitale, una coppia che sta imparando a conoscersi, ma con un po’ di fatica. Negli istituti italiani, infatti, la digitalizzazione dei processi informativi e gestionali è a buon punto, ma se parliamo di didattica non si può dire altrettanto: a oggi sono utilizzate in larga scala solo le dotazioni minime, come la connessione Internet in classe, la LIM, i PC e Tablet personali forniti in alcuni casi dalla scuola. A fornire un quadro della situazione relativa alla scuola digitale sono i risultati di due indagini realizzate dall’Osservatorio eGovernment della School of Management del Politecnico di Milano sul tema della diffusione del digitale all’interno dei processi scolastici e da Link Campus University con il supporto dell’Università degli Studi Roma Tre sull’utilizzo del digitale nella didattica, entrambe in collaborazione con ANP Associazione Nazionale Dirigenti e alte professionalità della scuola. Le ricerche sono state presentate questo pomeriggio, 9 marzo, a Roma presso la sede dell’ANP in occasione del Workshop “La diffusione del digitale all’interno della scuola”. Presente al convegno anche la ministra dell’Istruzione, Valeria Fedeli.

Digitalizzazione della scuola: siamo a buon punto

Il livello di digitalizzazione delle scuole è stato rilevato analizzando la situazione di 630 istituti scolastici. Secondo i dati presentati, il 75% degli istituti ha digitalizzato in parte o completamente i processi primari. Parliamo per esempio della gestione delle classi, delle iscrizioni, del rilascio dei diplomi o delle comunicazioni scuola–famiglia. Lo stesso si può dire dei processi di supporto, ossia della gestione della documentazione del personale, dell’organico docenti e personale ATA e delle supplenze. Internet è presente pressoché ovunque: il 55% ha una connessione internet DSL, il 29% in fibra ottica, il 21% tramite operatore wireless fisso WISP, solo il 6% il Modem tradizionale a 56Kbps.

Nel 60% degli istituti esiste una Intranet per i servizi amministrativi, nel 54% per le comunicazioni al personale, ma solo nel 18% per i progetti didattici. In quasi tutte le scuole (il 97%) il dirigente scolastico usa la firma digitale.

L’85% delle scuole dichiara di avere personale con competenze tecniche necessarie per l’utilizzo dei software, nonostante non manchino criticità nell’introduzione: in primo luogo la resistenza al cambiamento (40%) e la mancanza di competenze interne (40%), poi la mancanza di risorse economiche (34%), la scarsa disponibilità di infrastrutture tecnologiche (25%).

In sostanza, il 21% delle scuole è a livello “Beginners”: ha iniziato un processo di digitalizzazione, con software in circa metà dei processi e una prevalente digitalizzazione nei processi di supporto. Il 36% delle scuole è invece a livello “Digital Belivers”, con un buon livello di digitalizzazione soprattutto nei processi di supporto, ma è presente un software anche nel 70% dei processi primari. Il 29% delle scuole è “Fully Digital”, completamente digitalizzato.

Le competenze del personale sono il fattore chiave per abilitare la digitalizzazione dei processi. Stando ai dati dell’indagine, il 28% delle scuole completamente digitali lamenta una mancanza di competenze interne. Fondamentale poi è la disponibilità di personale amministrativo da dedicare alla digitalizzazione: il 15% delle scuole “Fully digital” lamenta una mancanza di personale da dedicare, il 24% delle “Beginners” e il 40% delle “Non Digital”.

Didattica e digitale, si può fare di più

Realizzata tra gennaio e marzo 2016 su oltre 1000 docenti, l’indagine relativa alle applicazioni del digitale nella didattica presenta una scuola in cui le strumentazioni tecnologiche disponibili quotidianamente sono solo quelle base. Internet in classe c’è nell’83% dei casi, le LIM nel 70%, i pc e i tablet personali forniti dalla scuola nel 57%.

Le risorse digitali maggiormente utilizzate nell’ambito dell’attività didattica e professionale risultano essere: Internet per la ricerca di informazioni (oltre l’80%), il ricorso alla posta elettronica (84%), la videoscrittura (60%) e la realizzazione di presentazioni (55%). I docenti fanno uso degli strumenti tecnologici soprattutto in modo individuale: quasi il 90% ricorre al WEB per la ‘crescita professionale’, il 46% per progetti collaborativi e il 36% per accedere alla ‘formazione a distanza’. Le metodologie didattiche innovative utilizzate consistono in cooperative learning (81%), prove di valutazione autentica (38%) e flipped classroom (circa il 33%).

Insomma, numeri buoni. Peccato che, stando alla ricerca presentata, sarebbero molti gli insegnanti che racconterebbero quanto ancora ci sia resistenza a far andare scuola e digitale a braccetto. A detta loro i principali fattori che frenano l’innovazione a scuola sono una certa resistenza al cambiamento da parte del corpo docente (20%), l’assenza di personale interno competente e formato (18%) e l’assenza di misure di accompagnamento specifiche (circa 15%).

La scuola – ha commentato Pasquale Russo, Direttore Generale della Link Campusha una grande occasione per innovare i metodi didattici, utilizzando le risorse delle nuove tecnologie informatiche. Nell’affrontare questa sfida deve però avere la consapevolezza che la tecnologia è uno strumento e non può sostituire il rapporto diretto e personale. Le tecnologie con la loro interattività possono favorire l’incontro e il dialogo tra docente e studente, ma non sostituirlo. I cambiamenti che l’insegnamento ha incontrato nella sua lunga storia millenaria hanno arricchito ma mai cancellato il rapporto tra il maestro e l’allievo. E’ accaduto nel passaggio dall’ascolto alla lettura di un libro e accade ora col nuovo passaggio dal libro al web. Oggi, tenendo conto della forza di questo nuovo strumento, bisogna procedere con più attenzione e con più creatività per esaltarne tutte le potenzialità“.

Giorgio Rembado, presidente ANP ha sottolineato con il suo intervento l’impegno dell’associazione a sostenere tutti i processi di innovazione della scuola, nella direzione della qualità del servizio: “L’ingresso strutturale nel digitale della scuola è avviato, ma non senza difficoltà. E’ fondamentale ora disporre di ricognizioni sistematiche per accompagnare il processo e consentire la valorizzazione delle migliori pratiche, soprattutto all’interno delle aule, dove la resistenza al cambiamento ancora persiste. E’ tempo ora di monitorare gli sviluppi del processo e di valutare il migliore utilizzo degli investimenti conseguenti. Non è più procrastinabile il riconoscimento del merito di chi accetta la sfida mettendo in campo le proprie energie professionali”.