#RicomincioDaBarbiana: la comunità di Tuttoscuola riparte con l’obiettivo di trasformare le difficoltà in opportunità

Qualcuno è partito alle prime luci dell’alba, qualcun altro, i più lontani, quando era ancora notte. I più organizzati hanno approfittato del week end e sono arrivati nella serata di venerdì, per godersi la tranquillità e il fresco. Per tutti la destinazione è una sola: Barbiana. Tuttoscuola, sabato 12 settembre, a due giorni dal ritorno a scuola, ha deciso di iniziare proprio da qui e insieme a una cinquantina di maestre questo nuovo e particolare inizio di anno scolastico.

Siamo giunti alle pendici del monte Giovi per darci la carica in vista di un anno veramente complesso. Con il nostro Simone Consegnati ci sono dirigenti scolastici già in affanno per le molte incombenze burocratiche, docenti di ruolo, precari, giovani appena laureate. Tutti parte della comunità di Tuttoscuola.

Siamo arrivati appesantiti dalle preoccupazioni e dalla fatica di un anno “zero” della scuola italiana. Non sappiamo come andrà, ma siamo consapevoli che sarà dura.

Nel salire il ripido pendio che porta alla scuola di Barbiana abbiamo iniziato a conoscerci, a confrontarci e a condividere pensieri e, come per magia, l’ansia ha iniziato a sciogliersi e a lasciare il posto al desiderio di conoscere meglio la figura ingombrante del maestro più famoso d’Italia: Don Lorenzo Milani.

La cronaca di una giornata appassionante però finisce qui. Non intendiamo infatti raccontare minuto per minuto quanto abbiamo vissuto, avrebbe poco senso. Ciò che ci sta a cuore è condividere le riflessioni di una giornata che ha fatto bene al nostro desiderio di conoscenza e, contemporaneamente, riportare le emozioni di un incontro veramente inaspettato, quello con Guido Carotti, uno degli studenti del Priore di Barbiana e tra gli autori materiali della famosa “Lettera a una professoressa” e con Sandra Gesualdi, figlia di Michele e parte attiva della Fondazione Don Milani.

Seduti all’ombra e alla giusta distanza abbiamo iniziato un viaggio nel tempo che ci ha portati all’uscio della canonica della chiesa di Sant’Andrea, quando nel 1954 Don Milani fu spedito in esilio a Barbiana. Abbiamo visto la semplicità di un messaggio dirompente e sincero e riflettuto sull’esigenza di una scuola alla portata di tutti, ma per davvero.

“Il priore” ci raccontano, “spingeva sempre i suoi studenti ad alzare l’asticella, a non accontentarsi mai. Ha costruito una piscina, perché i figli dei contadini e dei montanari non avevano mai visto tanta acqua e ne avevano paura. L’unico modo per superare la paura era affrontarla, conoscere ciò che spaventa”.

Con i nostri interlocutori abbiamo riflettuto sul fatto che anche la scuola di Barbiana all’inizio della sua esperienza ha dovuto affrontare difficoltà in apparenza insormontabili. Dare fiducia a bambini che sin da piccoli facevano esperienza di incapacità, una mancanza cronica di parole, una storia che li spingeva ai margini della società. Questi bambini, esclusi e timidi, sono diventati adulti competenti e coraggiosi.

Con la stessa energia ci auguriamo che l’anno scolastico che sta per iniziare possa diventare veramente un’opportunità, anche se oggi si sembra impossibile. Per qualche ora però il gel disinfettante, le mascherine e il distanziamento sociale hanno lasciato il posto al potente valore di un’esperienza che, a cinquant’anni di distanza, continua a richiamare docenti e appassionati alle pendici del monte Giovi. Anche se per arrivarci dobbiamo partire di notte.