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Rendicontazione sociale: finalità ben mirate

Rendicontazione sociale/2

Senza dubbio l’attività di rendicontazione impegna la comunità scolastica a riesaminare le scelte effettuate alla luce degli esiti delle azioni concretizzate. Di conseguenza essa orienterà anche le scelte future, da assumere con senso di responsabilità e con la consapevolezza di essere in relazione sinergica con la più ampia comunità territoriale e nazionale e internazionale. E’ indubbio difatti che oggi – all’epoca dei social e comunicazione globale – la qualità del microsistema influenza inevitabilmente quella del macrosistema. Occorre pertanto sentirsi parte di un universo e non isolati, e quindi operare con la volontà di far bene e di far bene con gli altri e per gli altri: nel caso specifico della scuola, con gli alunni di tutte le età che un domani saranno i giovani e gli adulti del nostro pianeta Terra.

Ecco allora che le fasi e i passaggi attraverso i quali si sviluppa la rendicontazione sociale diventano chiari e non privi di senso: la verifica del percorso dei tre anni precedenti permetterà sia l’individuazione di nuove priorità da perseguire (nei successivi tre anni) nel RAV sia la pianificazione del miglioramento con il PdM al fine di definire il nuovo Piano triennale dell’offerta formativa (PTOF). Elementi da prendere in considerazione: contesto e risorse; risultati raggiunti; prospettive di sviluppo; altri documenti. Presente anche una rubrica di indicatori.

In sintesi (e al di là di fasi e di tutto quanto è da compilare), possiamo dire che la realizzazione del percorso di rendicontazione sociale può costituire un’occasione per: riflettere sistematicamente su identità, valori, obiettivi, missione; sentirsi stimolati a promuovere innovazione e miglioramento delle proprie prestazioni; identificare i propri stakeholder (studenti, famiglie, comunità locale, altro) e attivare con essi momenti di dialogo, confronto, partecipazione, collaborazione.

Secondo la prospettiva tracciata, il bilancio sociale diventa così uno strumento al servizio dell’autonomia scolastica e dei processi di valutazione, nei cui confronti la scuola è soggetto attivo in quanto dà conto di impegni assunti, uso di risorse, risultati, raggiunti, effetti sociali  in termini di miglioramento del servizio reso.

Un impegno etico, insomma. E quando ci si confronta con l’etica della valutazione, è bene essere coscienti che tale etica coinvolge l’attività di tutte le componenti della scuola, anche del dirigente, la cui responsabilità sociale è elevata data la delicatezza del ‘capitale umano’ di cui è chiamato a gestire la crescita. E’ logico quindi che nasca uno stretto rapporto tra autonomia e valutazione, così che sembra naturale che la scuola si doti di strumenti e procedure per verificare la propria produttività culturale e il raggiungimento di obiettivi e standard nazionali, tramite l’autovalutazione e la valutazione sia interna che esterna.

Su questo tema Tuttoscuola offrirà qualificate opportunità formative, di cui daremo presto notizia.

 

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