Maturità 2020: surroga presidenti di commissione. Quando la burocrazia è lontana dalla realtà della scuola

La protesta di molti dirigenti scolastici del primo ciclo, soprattutto nel Lazio, ha fatto emergere come in certe circostanze vi sia un forte divario tra apparato amministrativo e scuole, tra burocrazia e realtà scolastica, segnando negativamente la distanza tra il palazzo e le aule. Il motivo che ha dato luogo alla protesta è stata la precettazione dei dirigenti scolastici del primo ciclo, disposta d’ufficio da alcuni USR, per sopperire alla mancanza di presidenti di commissione negli esami di maturità.

A fondamento della protesta c’è soprattutto il fatto che in quelle scuole secondarie di primo grado sono in atto, dopo gli scrutini finali delle classi intermedie, gli esami di fine ciclo che, pur nella nuova versione dell’ordinanza in deroga, prevedono – come i DS in protesta hanno denunciato – la conduzione sotto la responsabilità del dirigente per tutto il mese di giugno.

La precettazione dell’ufficio superiore sembra ignorare o misconoscere quanto sta avvenendo nelle classi della secondaria di I grado, piegando quel settore e i suoi capi d’istituto alle esigenze degli esami di maturità.

Nelle proteste che corrono nelle chat dedicate emerge in molti casi un impegno orario dei dirigenti scolastici del primo ciclo che va ben oltre l’ordinaria attività valutativa degli anni passati; ma tutto questo è ignorato dai superiori uffici che con la precettazione impongono l’abbandono di quell’impegno istituzionale in corso per passare all’incarico di presidenza della maturità.

Prima di precettare i dirigenti scolastici, gli USR avrebbero potuto nominare professori delle superiori, vicepresidi e collaborati del capo d’istituto, liberi da impegni di servizio e dagli esami.

Perché non lo hanno fatto? La burocrazia ha prevalso sulla realtà.

Nei dispositivi dello scorso anno per iscriversi volontariamente a presidente di commissione per la maturità, dopo i DS delle superiori veniva data la precedenza ai dirigenti scolastici del primo ciclo, e, a seguire, le varie tipologie di professori della secondaria di II grado.

Con una interpretazione prettamente burocratica e discutibile, la stessa precedenza è stata seguita anche nella precettazione per fronteggiare l’emergenza della maturità, con tanti prof a casa e i ds del primo ciclo distolti da un impegno istituzionale di importanza non minore.

Della serie: ma le norme servono a risolvere i problemi o a complicarli? La risposta al burocrate di turno.