Liceo breve: se quattro anni vi sembran pochi…

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Grande è il polverone sollevatosi in questa torrida estate attorno alla questione della riduzione della durata della scuola secondaria superiore da cinque a quattro anni.

Il tema sarà al centro del primo webinar di Tuttoscuola per la nuova stagione, intitolato “Diploma in 4 anni: internazionalizzazione e innovazione. Meno tempo (un anno), stessa quantità (di ore), più qualità. È proprio così?”. Appuntamento martedì, 5 settembre, alle 18.30 (si potrà seguire anche in differita). Iscrizione gratuita a questo link.

Intanto va precisato che si tratterà di una microsperimentazione: le classi autorizzate a sperimentare la riduzione passeranno da 12 a 100, in 100 scuole diverse, a decorrere dal 2018-19: l’esito della sperimentazione riguarderà lo 0,4% delle classi prime, e sarà valutato non prima del 2023.

Tempi lunghi dunque, e numeri minimi per una operazione della quale di tratta di capire se agirà soltanto sulla variabile tempo, comprimendo in quattro anni le attività formative tradizionalmente distribuite in cinque (stesse discipline, stessi obiettivi di apprendimento), o se introdurrà anche innovazioni di altro tipo (internazionalizzazione, didattica rovesciata, etc).

Una operazione che, se l’autonomia delle scuole fosse stata introdotta e gestita in Italia con l’intenzione di attuarla davvero in modo coerente e compiuto, sarebbe rientrata nella sfera delle competenze decisionali ordinarie delle scuole, a maggior ragione da quando si è cominciato a spostare l’accento dai piani di studio (programmi, contenuti) agli esiti dell’apprendimento (indicazioni, competenze). Forse sarà così dopo la sperimentazione, se darà esiti positivi.

Come ha riconosciuto la stessa ministra Valeria Fedeli in una lettera inviata al Corriere della Sera in replica a un articolo di Pierluigi Battista, apertamente critico verso l’ampliamento della sperimentazione, i tentativi di accorciare la durata degli studi prima dell’università da 13 a 12 anni si sono scontrati in Italia con fortissime resistenze di segno conservatore, di cui si sono fatti interpreti di volta in volta, e talvolta con motivazioni convergenti, partiti politici di orientamento opposto, sindacati e anche intellettuali raffinati, ma diffidenti, come Battista, verso il ‘nuovismo’ in educazione. Ma 4 anni di scuola secondaria superiore sono davvero troppo pochi?

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