‘I CoroNauti’, ovvero come i maestri di strada rispondono al Covid

Di Anna Maria De Luca

Ha riscosso entusiasmo e sostegno da parte del Miur il progetto di intervento in area ad alta densità di povertà educativa, per prevenire e contrastare la  dispersione scolastica proposto e realizzato dai maestri di strada e indirizzato a circa 700 studenti.  Dopo averlo sperimentato, “abbiamo inondato il Ministero di foto e comunicati stampa. Il Ministro ci ha voluto sentire, abbiamo fatto videoconferenza lunedi scorso e dopo tre giorni il progetto ci è stato approvato e finanziato in modo da poter continuare il lavoro”, spiega a Tuttoscuola Cesare Moreno, presidente dei Maestri di Strada, mentre distribuisce pacchi di “viveri per la mente” (tablet, colori, ecc). ancora nel furgone quando gli arriva il video di una bambina felice a cui ha appena consegnato il suo pacco: è il primo realizzato con il tablet ricevuto in dono. L’entusiasmo nella sua voce vale più di mille parole.

Ma chi sono i Coronauti?
“Come gli Argonauti viaggiarono tremila anni orsono alla ricerca del vello d’oro, che avrebbe restituito alla loro patria pace e prosperità, i Coronauti affrontano l’avventura di attraversare il mondo interconnesso delle fibre e dei virus, delle paure individuali e collettive, sperando di poter restituire a se stessi e alle comunità un po’ di nutrimento vitale per il corpo e la mente e soprattutto un po’ di giustizia”.

Cosa avete fatto da quando le scuole sono chiuse?
“Abbiamo cercato, come sempre, di osservare, ascoltare e pensare insieme, mettendo a fuoco alcune questioni, per progettare un intervento. Operiamo di solito in contesti marginali nei quali l’emergenza educativa è purtroppo la regola e impone una pedagogia dell’erranza, per muoversi fuori dagli schemi precostituiti e costruire percorsi nuovi e originali, e della resistenza all’anonima razionalità dei processi senza soggetto e delle leggi del mercato”.

E dall’osservazione è nato un progetto per aiutare le scuole e le famiglie
“È un progetto che eredita da numerosi progetti realizzati ed in corso di realizzazione ( Progetto E-VAI dei maestri di strada, progetto Scuole Aperte del MIUR e vari altri PON, Progetto Scuola Viva della Regione Campania, Progetto Scuola di comunità della Regione Campania) un impianto educativo che prevede strette interazioni tra  educazione nel territorio, educazione basata sulla comunità, formazione d’aula e discipline scolastiche”.

Quale è la caratteristica comune di questi progetti?
“Considerare gli apprendimenti informali, la conoscenza di sé, la partecipazione della comunità come sfondo motivazionale ed integratore per le giovani persone e quindi come attività preventiva e curativa di ogni forma di demotivazione e di emarginazione. Le nostre iniziative vanno nella direzione di aver cura di allievi, famiglie e docenti, che hanno bisogno innanzitutto di dare senso all’uso della tecnologia che consente di collegarsi e fare scuola a distanza”.

Qual è il vostro ruolo di educatori oggi in epoca Covid?
“Allestire setting educativi casalinghi contraddistinti da rituali e uso di materiali specifici; supportare i docenti nella creazione di spazi educativi espressivi e creativi nonostante la distanza; aiutare docenti e genitori ad ‘incontrarsi’ e dialogare; mediare il rapporto fra docenti e allievi affinché possa essere il più possibile interattivo; creare occasioni sistematiche di riflessività gruppale. Il progetto si occupa di fornire un supporto esperienziale alle discipline scolastiche”.

Come si esplica l’integrazione tra attività educative e attività di istruzione?
“Voglio sottolineare che noi intendiamo il processo di istruzione-educazione come processo co-generativo in cui gli allievi, gli educatori i docenti, i genitori il territorio abbiano la possibilità di partecipare alla generazione di unità di apprendimento significative per chi apprende e rispondenti agli standard di istruzione richiesti per diventare cittadini attivi in un mondo complesso. Per questo ci basiamo su pochi ed essenziali assi di esperienza: artistiche, coreutiche, linguistico-espressive e comunicative, esperienze storico geografiche sociali giuridiche, esperienze scientifiche matematiche tecnologiche ingegneristiche, esperienze linguistico letterarie in lingua italiana o europea, attività per la cura del benessere fisico e psichico”.

E cosi il Miur ha sposato il vostro progetto per l’inclusione sociale dei giovani al tempo del Covid19
“Lunedì ho avuto un video incontro con la dottoressa Giovanna Boda capo del Dipartimento per le risorse umane, finanziarie e strumentali del MIUR e la ministra Azzolina. Hanno preso visione delle attività che stiamo svolgendo, le hanno molto apprezzate ed in tre giorni hanno approvato il il progetto di sviluppo del viaggio dei coronauti che abbiamo elaborato insieme a tutti i Maestri di Strada”.

A cosa puntate?
“Nel corso dell’incontro abbiamo sottolineato quanto sia importante raggiungere tutti i ragazzi che non hanno mezzi di comunicazione o che li hanno inadeguati e quanto sia importante il lavoro di mediazione con i docenti e con le famiglie. Abbiamo ricordato che sia i ragazzi, sia i docenti sia i genitori sono stressati dal dover affrontare compiti nuovi in così  poco tempo e che ci sono problemi di coordinamento degli orari e delle attività e che i Maestri di Strada grazie a tutto il lavoro fatto in questi anni stanno riuscendo a sostenere sia i ragazzi sia le famiglie sia ii docenti”.

Cosa vi ha detto la Ministra?
“Ci ha chiesto cosa poteva fare per noi e le abbiamo chiesto tre cose: finanziare il progetto che abbiamo presentato, riconoscere e appoggiare la rete di 20 scuole con cui collabora l’associazione Maestri di Strada, dare notizia ufficiale di questo incontro in modo che tutte le istituzioni e fondazioni con cui collabora Maestri di strada siano adeguatamente informate che è cominciato questo percorso di collaborazione con il MIUR. E in tre giorni abbiamo avuto conferma”.

A cosa si ispirano le vostre sperimentazioni?
“A principi psicopedagogici che sottolineano – nello sviluppo della persona – il legame indissolubile tra funzioni cognitive ed affettive e il ruolo fondamentale delle relazioni sociali e del mondo interno. È per questo che dedichiamo particolare attenzione alla cura delle relazioni e al significato dei comportamenti manifesti”.

Cosa prevede il progetto che il Miur vi sta appoggiando?
“Allestimento di una web aula in tre scuole del territorio per realizzare le lezioni laboratoriali e metterle a disposizione via web per tutti gli allievi del territorio. Le attività di svolgeranno a cura degli studenti più motivati e che hanno dimostrato propensione a rendersi utili agli altri. Gli allievi on line avranno un web-tutor che li aiuta a trasformare gli input ricevuti via web in ‘capitoli’ e competenze inquadrate nei programmi didattici delle classi di riferimento.

Allestimento di una web aula mobile, che con la collaborazione dei giovani studenti – adeguatamente protetti – possa fare esperienze di ‘apprendimento nel e dal territorio’

Allestimento di un laboratorio di produzione video, che curi l’editing dei video prodotti direttamente dagli allievi e/o di una versione utilizzabile on line (tipo podcast)

Allestimento di una centrale operativa, cabina di regia che organizzi l’utilizzazione delle risorse, la dislocazione nel territorio, i rapporti a monte e a valle con le istituzioni scolastiche, della sicurezza e della sanità.

Studio ed attivazione di possibili Wi-Fi di zona per favorire l’accesso ad internet

Attivazione di software interattivi per collegarsi a gruppi di allievi e organizzazione di laboratori educativi on line

Attivazione di software interattivi per collegarsi a gruppi di famiglie e organizzazione di sessioni di consulenza di gruppo sulla gestione educativa della crisi

Attivazione di software interattivi per collegarsi a gruppi di docenti e proseguire on line le attività dei gruppi SAPERE

Sviluppo dei laboratori già attivi dotandoli di materiali da consegnare individualmente agli allievi in maggiori difficoltà, e di materiali e strumenti collettivi per il momento in cui potranno operare anche dal vivo.

Distribuzione di tablet e SIM e/o di wi-fi di gruppo ai giovani che non hanno accesso alla rete, sia acquistandoli, sia raccogliendo donazioni dedicate”.

In questi anni avete realizzato molti laboratori territoriali. In quali orari sono aperti?
“In orario extrascolastico per quegli allievi che, già impegnati nelle attività laboratoriali a scuola, desiderano migliorare le proprie competenze nei diversi campi di esperienza. Abbiamo laboratori di musica, dalla composizione di RAP e canzoni inserite in clip e filmati alle unità didattiche di “musica e storia”; laboratori di teatreducazione (abbiamo portato alcune opere anche in teatri cittadini oltre che nel teatro del centro giovanile Asterix) e di arti visive, dalla street art nelle scuole e nel territorio all’allestimento di scene teatrali. E poi laboratori di produzione video, di trucco scenico, laboratori per la coltivazione di orti urbani in spazi pubblici o nei terreni  di alcune scuole. Ed anche un laboratorio di ciclofficina per insegnare ad assemblare biciclette funzionanti da materiali di recupero, organizzare ‘biciclettate’ come forma di riappropriazione e rigenerazione del territorio”.

Avete vinto anche dei premi con i lavori realizzati nei laboratori
“‘So’ Vivo’ cortometraggio prodotto dall’ISIS Livatino con la collaborazione dei Maestri di Strada ha vinto il primo premio al Vesuvio Film Festival ed il Primo premio nazionale al Napoli film Festival per i corti prodotti da giovani over 13. “OttoZero”, clip prodotta da IC Marino – Santa Rosa con la collaborazione dei Maestri di Strada, ha vinto il primo premio del concorso nazionale del MIUR “Con rispetto. Educando” ed il secondo premio al Vesuvio Film Festival”.

Ha parlato di cura delle relazioni, ma come supportate i genitori?
“In ogni scuola, il lavoro dei Maestri di Strada comprende un’attività di mediazione con i genitori e di sviluppo di attività cooperative e solidali sia tra loro, sia con i docenti. Esistono oltre dieci piccoli nuclei di genitori attivi con cui si sviluppano attività di solidarietà umana, accoglienza reciproca, momenti conviviali; autoformazione assistita in materia di cura genitoriale, attenzione ai bisogni educativi dei figli e allo sviluppo armonico delle facoltà psichiche, relazionali, lavorative. Piccoli nuclei di genitori partecipano a loro volta alle attività educative come ‘genitori sociali’ ossia rappresentanti della genitorialità nei processi educativi attivati dai Maestri di Strada e quando è possibile anche nelle scuole”. 

E come date supporto ai docenti?
“La principale forma di supporto ai docenti è rappresentata dai gruppi SAPERE, Spazi Aperti di Progettazione E Riflessione/Ricerca Educativa. Qui confluiscono i docenti interessati, gli educatori, lo psicologo reso disponibile dall’associazione per co-progettare e riprogettare  le azioni educative e i supporti alla didattica realizzabili dai Maestri di Strada”.

Come si configura questo spazio aperto?
“In modi articolati attraverso colloqui informali col singolo docente, attraverso attività in gruppo per elaborare proposte didattiche ed educative e per elaborare difficoltà e disagi derivanti da condizioni di lavoro difficili. Il gruppo in senso lato contribuisce a prevenire il burnout ossia l’esaurimento emotivo che porta alla demotivazione e ad una condizione di sofferenza che impedisce un efficace lavoro didattico ed educativo, dall’altra è una forma di formazione professionale permanente, accompagnamento riflessivo alla didattica, una forma di ricerca-azione il cui obiettivo non è  solo il contenuto del lavoro didattico ma il sé professionale del docente. Quando è possibile tutto il percorso dei gruppi SAPERE viene organizzato in forma di ”Corso di Aggiornamento” inserito nella piattaforma SOFIA. E poi abbiamo gli eventi sociali aperti…”.