E tu come stai? L’indagine dell’Ufficio Scolastico di Treviso per capire l’impatto che il Coronavirus ha avuto sui giovani

Di Pietro Panzarino

L’Ufficio Scolastico di Treviso, tramite la Consulta Provinciale Studenti, coordinata dal prof. Nicola  Zavattiero,  ha promosso la somministrazione su base volontaria del questionario online “E TU COME STAI? DICCI LA TUA!”, ideato a livello nazionale dall’Associazione Attendiamoci all’interno della Rete di Alleanze Educative. Si è voluto testare come sia stata vissuta l’epidemia da coronavirus e la relativa emergenza sanitaria dai giovani, con l’intento di supportare nel futuro le scuole di ogni ordine e grado, statali e paritarie,  nel percorso educativo e formativo.

Hanno partecipato 3018 studenti,  il 56% di femmine ed il 44 % di maschi, quasi tutti  delle  Scuole Secondarie di II grado (97,8% ), frequentanti il 45,5% i Licei, il 51,9% gli Istituti Tecnici e il 2,6% gli Istituti Professionali.

Alla domanda: “CON CHI PARLI/HAI PARLATO DELL’EMERGENZA CORONAVIRUS”, la maggior parte ha indicato prioritariamente gli amici, a cui seguono genitori, familiari, insegnanti, educatori, sacerdoti e/o religiosi in genere.

Alla domanda: “COSA TI PREOCCUPA DI PIU’?”, la maggior parte ha indicato la SALUTE propria ed altrui, oltre alla paura di perdere le amicizie, di fallire a scuola, di non riuscire a “tornare al passo” con la propria attività sportiva, oltre al vero e proprio incubo legato al rischio di perdita del lavoro da parte dei propri familiari e/o persone care.

Interessanti le risposte alla richiesta su che cosa avessero apprezzato durante l’emergenza sanitaria: “la stragrande maggioranza ha sottolineato l’inaspettata opportunità di avere più tempo per se stessi, curando il rapporto con i propri familiari, apprezzando il valore dell’amicizia nella semplicità di piccoli/grandi gesti quotidiani, riscoprendo l’indubbia valenza della scuola quale privilegiato luogo di formazione …”.

Una grande valvola di sfogo è stata anche la “riscoperta della lettura”, oltre ad apprezzare diversi videocorsi online di cui non si conosceva l’esistenza.

Tra le rinunzie dovute al lockdown il 64,4% ha evidenziato quella i cenare fuori con gli amici, seguito da percentuali decrescenti in relazione al fatto di andare a scuola e/o andare al cinema e/o teatro, oltre al fatto di poter fare delle belle passeggiate in buona compagnia.

Interessanti le risposte alla richiesta: “QUALI SONO LE SENSAZIONI/EMOZIONI CHE STAI PROVANDO e/o HAI PROVATO DI PIÙ”. La maggioranza delle risposte ha sottolineato la paura e/o l’ansia, seguiti da una indistinta rabbia  rispetto a quanto accaduto, comunque supportata da speranza nel futuro e fiducia nei Medici e nella Ricerca per il futuro.

Sulla soddisfazione della Didattica a Distanza,  le risposte hanno evidenziato queste percentuali: 19,1% per niente, 32,2% poco, 43% abbastanza e 5,7% molto.

Insomma, è un dato su cui riflettere, anche per per predisporre al meglio l’investimento di risorse umane, professionali e tecnologiche per il futuro.

Alla richiesta di proposte, per migliorare la funzione generale della scuola, gli studenti hanno evidenziato la necessità di una gestione più condivisa nell’assegnazione di compiti e verifiche, fiduciosi  di poter collaborare maggiormente nella organizzazione del calendario scolastico.

Viene auspicata  una rivisitazione/adeguamento del metodo di studio, soprattutto per l’utilizzo delle nuove tecnologie, anche  indipendentemente dall’emergenza sanitaria, facendo reciprocamente tesoro di quanto vissuto in questi mesi.

Nella  conclusione del questionario, la sezione PENSIERI IN LIBERTA’ ha messo in luce alcuni sentimenti degli studenti, tra i quali in ordine di preferenza:

  1. a) l’apprezzamento delle piccole/grandi cose, che la vita dona impercettibilmente giorno dopo giorno;
  2. b) l’attenzione al Pianeta Terra, con l’auspicio che si investa nella ricerca scientifica, nella scuola e nella sanità;
  3. c) interessante l’approccio verso alcune categorie del mondo della religione, quali la fede, la morale e la libertà.

All’insegna del motto “ANDRA’ TUTTO BENE”, studentesse e studenti hanno dimostrato in questi mesi difficili di credere in se stesse/i, nella consapevolezza che “il meglio debba ancora venire”.

La dr. Barbara Sardella, dirigente dell’Ufficio Scolastico Provinciale, ha commentato in questi termini l’indagine: “Le risposte degli studenti hanno evidenziato come i ragazzi, spesso accusati di essere superficiali e poco propensi ad interessarsi delle problematiche politiche o sociali, abbiano invece  dimostrato di avere saputo reagire con intelligenza alla situazione di isolamento a cui siamo stati costretti a vivere in questi mesi , non facendosi sopraffare dall’ansia e dalla paura derivanti non solo dalla situazione di emergenza in generale, ma anche dal fatto che,  inevitabilmente, molti di loro avranno assorbito le preoccupazioni che si sono vissute in famiglia con riferimento alla situazione di incertezza che tutto quanto accaduto in questo mesi  ha determinato. Colpisce soprattutto quel comune sentire dei ragazzi che dichiarano l’importanza dei riscoperti affetti familiari (spesso dati per scontati a questa età o addirittura “fastidiosi”) e di valori come la libertà,  il rispetto dell’ambiente che ci circonda, la solidarietà. Se tutto questo ci colpisce forse dobbiamo interrogarci se davvero conosciamo i nostri ragazzi, o se invece non li ascoltiamo abbastanza. Oggi sono loro che ci pongono di  fronte ad un interrogativo, ovvero se non sia il caso  di ripensare al nostro modo di vivere frenetico e dedito al consumismo, ridando valore ad aspetti della vita che, in questo periodo di isolamento, abbiamo tutti apprezzato, quali la famiglia, gli affetti, il conforto di una mano tesa, che non nega il suo aiuto a chi lo chiede”.