Tuttoscuola: Il Cantiere della didattica

Con gli occhi di Sara

A molti era noto l’impegno di Davide Faraone, senatore palermitano di Italia Viva (già sottosegretario all’Istruzione e alla Sanità nei governi Renzi e Gentiloni), sui temi della disabilità. Si sapeva anche che tra le ragioni di quell’impegno stava il fatto che sua figlia Sara soffrisse di una grave forma di autismo. Ma il Faraone personaggio pubblico, finito spesso sotto i riflettori delle cronache politiche, aveva messo in ombra questa sua dimensione più personale, privata, che ora si trova invece al centro di un suo piccolo, intenso libro-testimonianza, dedicato alla figlia e anche a tutti coloro che vivono esperienze analoghe, intitolato Con gli occhi di Sara (Rubbettino Editore, Soveria Mannelli, novembre 2019).

Il libro è diviso in tredici capitoli, ma la parola ‘scenari’ rende meglio l’idea: si tratta di una sequenza di ricordi, riflessioni, microcronache di incontri con persone che si sono trovate a fronteggiare gli stessi suoi problemi, e che in qualche caso non hanno saputo affrontarli, con esiti a volte drammatici. Le vicende autobiografiche (la scoperta della malattia quando Sara aveva due anni, la sua Prima Comunione, il viaggio nella Parigi di Disneyland, la consegna simbolica delle chiavi di casa…) sono presentate in forma di flussi di memoria, di flash back a volte dolenti a volte gioiosi, resi con una prosa scarna, diretta, in alcuni passaggi di coinvolgente spessore emotivo.

Anche il racconto di alcuni incontri ha notevole efficacia narrativa, ed è sempre permeato da uno spirito di solidarietà e compartecipazione, cui si accompagna l’appello ad un maggiore impegno dei soggetti pubblici nell’affrontare il problema dell’autismo. Ma il significato e il valore di questo libro stanno soprattutto nella scoperta, che l’autore vuole evidenziare e condividere con il lettore, della vitalità e della ricchezza del rapporto affettivo e anche comunicativo che è possibile costruire con i soggetti affetti da forme anche gravi di autismo. Perché, come lui stesso può testimoniare (e con queste parole si conclude il libro), visto “con gli occhi di Sara il mondo è più bello”. (ON)

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