Tuttoscuola: Il Cantiere della didattica

Nuove polemiche sull’ora di religione

Un noto quotidiano romano sta conducendo da qualche tempo un’inchiesta a puntate sui costi che i cittadini italiani sostengono per finanziare le attività della Chiesa cattolica, dalle esenzioni fiscali all’otto per mille, dal finanziamento delle scuole private all’ora di religione.
Ma è stato solo quando l’inchiesta di “Repubblica” ha toccato quest’ultimo punto (titolo: “Religione, il dogma in aula. Un’ora che vale un miliardo“) che un autorevole esponente della Chiesa, il segretario di Stato cardinal Bertone, ha ritenuto di reagire. “Finiamola con questa storia dei finanziamenti alla Chiesa: l’apertura alla fede in Dio porta solo frutti a favore della società. C’è un quotidiano che ogni settimana deve tirare fuori iniziative di questo genere“. E subito dopo, quasi a riassumere il suo pensiero in un’unica battuta, “L’ora di religione è sacrosanta“.
Il miliardo di euro di cui parla “Repubblica” è, naturalmente, il costo rappresentato dagli stipendi dei 25.000 insegnanti di religione cattolica (IRC), di cui 14.000 sono già entrati in ruolo negli ultimi anni con il sostanziale consenso dei governi di centro-destra e di centro-sinistra.
Perché, dunque, il quotidiano romano ha ritenuto di sollevare il problema in questa particolare fase della vita politica italiana? E’ probabile che l’iniziativa si leghi ai confronti in atto sulle caratteristiche identitarie del nuovo Partito Democratico. La componente di ispirazione laico-socialista si trova stretta tra la storica attenzione degli eredi del PCI-PDS-DS per il mondo cattolico e il ruolo di garanti della Chiesa cattolica rivendicato da molti esponenti della ex Margherita. Per questo guarda alla Spagna di Zapatero, che proprio sui temi della laicità ha trovato la propria caratterizzazione, e che punta addirittura alla revisione del Concordato del 1979, giudicato troppo favorevole agli interessi anche materiali della Chiesa cattolica spagnola.

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