Saranno circa 100 mila le assunzioni nel prossimo triennio. Poche? Tante?

L’appuntamento è per martedì 2 o venerdì 5 febbraio: la Gazzetta Ufficiale concorsi dovrebbe pubblicare finalmente i bandi per l’assunzione di 63.712 docenti nella scuola statale.

Dopo il via libera del provvedimento sulle nuove classi di concorso, varato mercoledì sera dal Consiglio dei Ministri dopo l’imprevisto rinvio nel precedente CdM, mancano soltanto gli ultimi atti, compreso il parere del CSPI sui programmi e prove d’esame, prima del varo conclusivo.

La settimana scorsa si era temuto il peggio a causa dell’imprevisto stallo in CdM, ma ora non dovrebbero più esserci intoppi. Forse.

Faraone ha confermato che per il triennio 2016/18  vi saranno 63.712 assunzioni per il concorso a cattedra (52.828 su posti comuni, 5.766 per il sostegno e 5.118 per posti di potenziamento); altri 30.000 posti circa si aggiungeranno dalle GaE, relativamente alle graduatorie non esaurite.

In questi casi il 50% dei posti vacanti andrà al concorso, il restante 50% alle GaE.

In tutto si sfioreranno le 100 mila assunzioni in ruolo nel triennio.

In altri tempi una notizia del genere sarebbe stata salutata con ampia soddisfazione, oggi no, forse anche per una certa delusione rispetto agli annunci del settembre 2014, quando la Buona Scuola aveva cominciato il suo percorso.

Si prevedono 200 mila candidati e proprio su questo numero i critici del concorso mettono in evidenza non il numero delle assunzioni bensì quello delle esclusioni. Poiché tutti i candidati sono abilitati, c’è chi chiede che, proprio per questa condizione, nessuno dovrà essere escluso, programmando un piano pluriennale di rientro.

C’è anche chi chiede l’ammissione al concorso di candidati senza abilitazione (pur richiesta dalla legge) ma con servizio scolastico alle spalle, minacciando l’ennesimo ricorso.

Aspettative maturate, selezione dei profili adeguati, problemi occupazionali. Difficile, se non impossibile, far quadrare il cerchio.