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Economia e Diritto al LES: gli incerti della novità

Dai professori Roberto Fini ed Enrico Castrovilli, Presidente e Membro del Direttivo di AEEE Italia, riceviamo un argomentato commento alla prova di Economia e Diritto assegnata ai candidati del Liceo Economico Sociale (LES), il nuovo indirizzo avviato nel 2010-11 dalla riforma Gelmini e giunto nel 2015 la prima volta all’’esame di maturità.

La seconda prova di Economia e Diritto al Liceo Economico Sociale 

Mercato e welfare state (stato sociale) nell’epoca della globalizzazione è il titolo della attesa seconda prova dell’esame di stato del Liceo Economico Sociale, per la prima volta oggetto di prova scritta dopo il riordino Gelmini del 2010. La seconda prova è dunque un tema, non la tanto temuta analisi di un caso economico e giuridico. 

La traccia chiedeva di rispondere a una serie di ragionamenti centrati sulla questione del welfare, tema caldo sul piano politico e sociale, nei suoi rapporti con il mercato. Due i testi di stimolo, rispettivamente di Fabrizio Galimberti e di Chiara Saraceno. Per proporre infine ai candidati di rispondere a due quesiti da scegliere in una rosa di quattro, tre dei quali ancora inerenti alle dinamiche del welfare state e l’ultimo dedicato alla questione delle disuguaglianze. La struttura della prima parte del tema è risultata fortemente asimmetrica. Infatti i quesiti introduttivi chiedevano di analizzare il rapporto tra welfare e mercato e di verificare quanto i principi ispiratori delle politiche di welfare (contenuti nella Costituzione repubblicana e nei Trattati dell’UE) potrebbero rispondere alle questioni del lavoro e delle disuguaglianze. Mentre i due successivi testi di Galimberti e Saraceno non sono apparsi ben collegati alla finalità di offrire stimoli agli studenti per sviluppare loro ragionamenti sui quesiti introduttivi. Gli scritti proposti di Galimberti e Saraceno affrontano una massa di questioni eterogenee e non bene abbinate alla questione fondamentale del rapporto stato mercato: fallimenti del mercato, beni pubblici, marginalismo in economia, proprietà intellettuale in campo sanitario, lavoro, garanzia dei redditi minimi, sostegno alla famiglia. La massa un po’ confusa e disorganizzata di questioni introdotte dai testi quali conoscenze teoriche richiedeva? Quali competenze economiche e giuridiche avrebbe dovuto richiamare? Forse non sarebbe stato utile, anziché limitarsi a commentare affermazioni sulla questione cruciale delle disuguaglianze, introdurre dei dati da analizzare?

Il tema ha poco valorizzato conoscenze e competenze giuridiche, questioni normative o procedimenti giuridici erano del tutto assenti nei testi di riferimento. E infine il tema proposto non richiedeva ai candidati nei quesiti a scelta di esporre proprie valutazioni personali, né di dialettizzare posizioni diverse, che al contrario sono ben presenti nelle idee degli studiosi, nelle teorie e nell’odierno dibattito politico, sociale e sindacale. Con l’evidente rischio che anche i candidati più preparati abbiano risposto nei loro scritti affastellando molte questioni in modo indistinto e nozionistico.

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