Sono “soltanto” 160 mila gli studenti dispersi nella secondaria superiore statale

Per la prima volta la dispersione scolastica negli istituti statali d’istruzione secondaria superiore, misurata come differenza tra il numero di iscritti all’ultimo anno e gli iscritti al primo anno cinque anni prima, scende sotto le 160mila unità di studenti “dispersi” (esattamente 159.661); una dispersione pari al 27%. Lo ricava in uno studio Tuttoscuola analizzando gli ultimi dati del Miur.

L’anno scorso, sempre secondo la comparazione quinquennale, erano stati 20 mila di più, per una percentuale complessiva pari al 29,7%.

Si tratta di un’emorragia drammatica che indebolisce il sistema Italia da decenni. Tuttoscuola ha calcolato quanti studenti hanno abbandonato la scuola secondaria superiore negli ultimi 15 anni. Si tratta di un numero impressionante: quasi 2 milioni e 900mila ragazzi ( http://www.tuttoscuola.com/ts_news_627-1.docx ).

Solo una parte di loro hanno continuato gli studi nella scuola non statale o nei corsi di istruzione e formazione professionale. Quanti? Non esiste un’anagrafe integrata tra scuola statale, non statale e corsi IeFP per poter calcolare con precisione quanti hanno proseguito gli studi, quanti hanno trovato un lavoro e quanti hanno ingrossato le fila dei cosiddetti Neet, i giovani tra i 15 e i 29 anni, che non studiano, non lavorano, non fanno formazione o apprendistato. Tuttavia se si considera che da dati Istat i Neet in Italia nella fascia di età 15-29 anni (proprio 15 classi di età) sono stimati in 2,2 milioni (pari al 23,9%), si può dedurre che solo circa 700 mila di quei 2,9 milioni di ragazzi (cioè 1 su 4) ha continuato gli studi fuori dalla scuola statale o ha trovato lavoro.