‘I docenti non sono pagati poco’: la Capua precisa che…

Sollecitata dal Gruppo di Firenze, la vicepresidente della Commissione Cultura della Camera Ilaria Capua torna sulle sue dichiarazioni

L’intervista rilasciata a Tuttoscuola pochi giorni fa dall’on. Ilaria Capua, nella quale la parlamentare di Scelta Civica, che è anche vicepresidente della commissione Cultura, sosteneva che gli stipendi dei docenti italiani non sarebbero poi così bassi, se posti in rapporto ai loro carichi di lavoro, ha suscitato un turbine di polemiche e recriminazioni da parte di molti lettori, di cui abbiamo dato conto (e le proteste continuano) nella nostra Newsletter di lunedì scorso.

Anche il ‘Gruppo di Firenze’ è intervenuto nel dibattito sviluppatosi sul portale di Tuttoscuola prendendo l’iniziativa di scrivere una lettera aperta all’on. Capua che ha risposto, come riferiamo qui di seguito, spiegando che le sue dichiarazioni erano mosse dall’intento di “far ripartire una discussione morta”, quella sulla mancata valorizzazione dei docenti più impegnati e preparati.
Soluzioni su basi molto diverse, che prevedano maggiori riconoscimenti per il personale interessato a contribuire a che la scuola arrivi a offrire più servizi alle famiglie, sono state invece avanzate nel dossier ‘Sei idee per rilanciare la scuola’, che ha dato il via a un confronto utile e costruttivo, sul quale sono intervenuti nei mesi scorsi numerosi lettori ed esperti.

 

Lettera del ‘Gruppo di Firenze’

LETTERA A ILARIA CAPUA SULLA “SOTTOUTILIZZAZIONE” DEI DOCENTI E RISPOSTA DELLA PARLAMENTARE

Gentile Professoressa,

 

come può vedere dai commenti sul sito di “Tuttoscuola”, le affermazioni contenute nella sua intervista a proposito dei “privilegi” degli insegnanti hanno suscitato comprensibilmente indignazione e amarezza. Quelle che proverebbe anche lei, se qualcuno parlasse del suo lavoro di ricercatrice, mi perdoni la franchezza, con altrettanta superficialità e improvvisazione. Il fatto è che in Italia i problemi della scuola si studiano molto poco, forse perché si ritiene sufficiente l’idea che uno se ne fa prima come alunno e poi come genitore o nonno di uno o più bambini (magari capitati con insegnanti scadenti) per qualificarsi come esperti in materia. Ma come responsabile scuola di Scelta Civica e come vicepresidente della Commissione Cultura lei avrebbe il dovere di documentarsi un po’ meglio.

Faccio parte di un gruppo di lavoro sulla scuola (Gruppo di Firenze per la scuola del merito e della responsabilità) che ha sempre insistito (praticamente in solitudine) sulla necessità di non “coprire” il demerito e di mettere in condizioni di non nuocere i docenti che si rivelano gravemente scorretti o inadeguati, cercando di aiutare a migliorare chi è recuperabile. In altre parole, tutti gli allievi hanno diritto ad avere insegnanti “sufficientemente buoni”. Non è quindi per un riflesso puramente difensivo  che le scrivo, ma per una conoscenza piuttosto approfondita, benché pur sempre di tipo esperienziale, della scuola e degli insegnanti.

Insegnare può stancare molto, soprattutto se si prende sul serio questo lavoro. Ovviamente la fatica dell’insegnamento può essere più o meno pesante a seconda del livello di  motivazione e di educazione dei bambini e dei ragazzi che ti capitano, di quanto i genitori collaborano o ostacolano la tua opera, dei mezzi a disposizione e delle tue attitudini all’insegnamento. Ma descrivere come una sorta di part-time la docenza è davvero troppo.

Non la faccio lunga, ma le invio due spunti di riflessione. Il primo è un estratto da un “Dossier Scuola” (un po’ datato ma non è cambiato molto da allora)  pubblicato nel 2000 su “ItaliaOggi” e in cui si dimostra che l’impegno orario dei docenti italiani è analogo a quello dei colleghi europei; il secondo è un articolo del dottor Lodolo D’Orìa che si occupa da molti anni dello stress professionale degli insegnanti e delle sue conseguenze patologiche (lo stress correlato al lavoro è molto maggiore fra gli insegnanti rispetto alle altre categorie di dipendenti pubblici).

Cordiali saluti e buon lavoro,

Giorgio Ragazzini


La risposta di Ilaria Capua

Buongiorno Prof Ragazzini,

a volte, per far emergere i problemi veri che ha questo Paese bisogna far partire un dibattito anche a scapito della propria visibilità e della percezione di sé. Io non ho interesse ad essere rieletta e faccio parte di un partito piccolo che non ha spazio di manovra. 

So bene che nella scuola esistono degli eroi, dei professori preparatissimi che lavorano giorno e notte. So anche che nella scuola ci sono dei docenti che si approfittano e fanno il minimo indispensabile perché il contratto glielo permette. 

Con le mie dichiarazioni ho fatto ripartire una discussione morta  su una situazione che penalizza i migliori, e ho dato un assist al PD, che ora dovrà fare qualcosa. 

Saluti 

Ilaria Capua