Tuttoscuola: Il Cantiere della didattica

Cei: l’insegnamento della religione cattolica non è indottrinamento

Intervento del segretario generale, mons. Mariano Crociata

Anche se il ministro Profumo ha fatto marcia indietro sull’ipotesi di riforma dell’ora di religione, la Cei, per voce del suo segretario generale della Cei, mons. Mariano Crociata, ha voluto puntualizzare e motivare la propria posizione contraria.   

L’insegnamento della religione cattolica nella scuola “non è una forma di indottrinamento, ma un modo scolastico per imparare la storia e la cultura di un Paese: un mezzo per imparare la lingua culturale di un Paese” ha dichiarato mons. Mariano Crociata, spiegando che per gli stranieri che vengono a vivere in Italia, “studiare a scuola la religione cattolica è come imparare l’italiano”.

Proprio le molte culture ed etnie, la molteplicità che caratterizza la nostra società – ha detto Crociata nella conferenza stampa conclusiva del Consiglio Cei – richiedono identità e integrazione”.

È falso – ha proseguito – che per convivere occorra rinunciare alla propria identità: questo produce soltanto conflitti, è un fattore di disgregazione sociale, mentre l’identità è integrazione, non imposta, a partire dalla cultura del Paese”.

Il segretario Cei ha sottolineato che nessuno sosterrebbe che chi viene in Italia non debba imparare l’italiano, pur mantenendo la propria lingua: “sarebbe una Babele”. È da questo punto di vista che “insegnare la religione del Paese, così come la sua lingua, la sua storia e la sua cultura, è un servizio all’integrazione, nel rispetto delle identità”.

Senza l’umanesimo cristiano – ha quindi aggiunto – non si capisce e non si vive neanche il presente del Paese, a partire dalla sua storia, e questo vale anche per gli italiani”.

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