Lo sciopero della fame di tre precari a Palermo

Le proteste che verosimilmente avranno luogo con l’avvio dell’anno scolastico da parte dei sindacati e delle organizzazioni contrarie alla riforma Gelmini stanno trovando un drammatico anticipo a Palermo, con l’azione di tre lavoratori precari che sono in sciopero della fame dal 17 agosto davanti all’Ufficio scolastico provinciale di capoluogo siciliano.

Ieri, uno di questi dimostranti, Pietro Di Grusa, 50 anni, è finito in ospedale, colpito da malore. Tra le cause, il caldo, la mancanza di alimentazione e la sospensione dei medicinali di cui necessita a causa della cardiopatia di cui soffre.

Di Grusa però non sembra intenzionato ad interrompere la propria protesta, al punto che ha dichiarato: “I medici dicono che devo riprendere ad alimentarmi e assumere i farmaci, ma io sono già un uomo morto senza un lavoro. Andrò via da qui con una bara, se non risolvono la situazione“. Intanto proseguono l’azione dimostrativa gli altri due precari, Salvo Altadonna e Giacomo Russo, già autori l’anno scorso di una medesima protesta della durata di due settimane. “Sono uno dei 160 mila precari – ha dichiarato Russo – tagliati fuori negli ultimi tre anni dalla riforma che privilegia i privati tagliando fondi al pubblico. Il nostro è un gesto estremo per ribadire con forza che quello attuato dal governo è il più feroce attacco alla scuola pubblica mai registrato. Per me essere precario significa non riuscire a sognare un futuro“.

Sono un centinaio i precari che hanno aderito alla protesta in corso a Palermo. La loro, hanno spiegato, è una mobilitazione in difesa del diritto al lavoro e della qualità dell’insegnamento pubblico. “Il 26 agosto il sottosegretario alla Pubblica istruzione Giuseppe Pizza – ha concluso Giacomo Russo – ha annunciato che sarà disposto a incontraci. Comunque mi sposterò a Roma per continuare lo sciopero della fame davanti la sede del ministero della pubblica istruzione”.

Solidarietà ai precari è giunta dal Partito Democratico e dall’Italia dei Valori. “Gli insegnanti precari rappresentano la principale risorsa del nostro sistema scolastico – ha dichiarato il senatore del Pd Giuseppe Lumia –. Il governo non può liquidarli come se fossero un inutile capitolo di spesa. Essi svolgono una funzione importantissima nell’istruzione dei nostri ragazzi“. Per Sonia Alfano, eurodeputato dell’Idv, “sarebbe bene che la protesta fosse unitaria, a livello nazionale, e che coinvolgesse i precari di tutti i comparti lavorativi a prescindere dalle sigle sindacali di appartenenza e dal colore politico“. “Bisogna unirsi sulle idee per superare il momento di vuoto politico che da anni sta devastando il Paese – ha sottolineato Alfano –, e invece si continuano ad alimentare divisioni che servono soltanto a mantenere questo stato di cose“.