Tuttoscuola: Il Cantiere della didattica

15 anni di inclusione nelle scuole emiliano-romagnole: una riflessione per tutti

Originale e apprezzabile iniziativa dell’Ufficio Scolastico Regionale dell’Emilia Romagna, con la quale sono stati resi noti i dati degli alunni certificati, secondo la legge 104/92, negli ultimi undici anni (http://istruzioneer.it/wp-content/uploads/2017/02/nota-15-anni-di-dati-1.pdf).

I dati, relativi ad alunni di scuole statali e paritarie, presentati non solo nel loro aspetto quantitativo, sono accompagnati da riflessioni. “Al di là del tema ‘risorse’ e della qualificazione degli operatori – osserva la nota – si pone come prioritario un problema culturale generale”.

E ancora: “L’aumento percentuale delle certificazioni sul totale degli alunni, così rilevante, ci dice chiaramente che oggi vengono considerati ‘disabili’ bambini e ragazzi che quindici anni fa non sarebbero rientrati in questa classificazioneComprendere quanto ciò sia vero, e perché il fenomeno si presenti così rilevante, è fatto che richiederebbe un approfondimento di riflessione e di ricerca, non soltanto ‘clinica’, ma soprattutto culturale, sociologica e antropologica”.

La nota, dopo aver dimostrato, dati alla mano, che il numero degli insegnanti di sostegno è andato sempre aumentando, osserva che “occorre inoltre ricordare che l’inclusione scolastica è dovere dell’intera scuola e di tutto il suo personale, a partire dal Dirigente Scolastico per arrivare al personale ATA, passando per ciascun docente di ciascuna classe, che sia o non sia la classe di iscrizione dell’allievo con disabilità. L’inclusione è un costrutto sociale e non individuale e non si attua nel rapporto duale adulto/ragazzo”. 

Nel confronto con i dati nazionali e delle altre Regioni, l’Emilia Romagna potrebbe aver molto da ridire. Un dato su tutti: nel 2016/17 il rapporto alunni disabili/docenti di sostegno è pari a 2,0, cioè due disabili per docente. Ebbene il dato nazionale (1,7) è ben più basso e più favorevole; l’Emilia R. con il Veneto ha la situazione peggiore (è sempre stato così nel quindicennio), ma l’Usr guidata da Stefano Versari, pur avendone tutte le ragioni, non ha avanzato rivendicazioni. Questione di stile?

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