X Congresso ANP: l’autonomia è la chiave di tutto

Sotto il pretesto di dover tenere sotto controllo la spesa pubblica, il Ministero dell’Economia ha esteso il suo potere su tutte le pubbliche amministrazioni, trasformandole da centri di indirizzo in centri di costo, da tenere a bada e da smagrire in qualunque modo. Il risultato è che le autonomie locali, fra cui le scuole, si trovano avviluppate in adempimenti fini a se stessi”. È  severa la diagnosi sullo stato del sistema scolastico italiano che Giorgio Rembado, presidente dell’Associazione Nazionale Presidi, ha presentato ai partecipanti al decimo congresso nazionale dell’ANP, svoltosi a Roma tra l’11 e il 14 dicembre.

Nel congresso si è molto parlato del documento governativo ‘La Buona Scuola’, e sono state avanzate numerose proposte, in linea con l’esigenza indicata da Rembado nella relazione: “Deve esserci coerenza fra obiettivi dichiarati e strumenti messi in campo”. Sotto accusa il centralismo normativo, l’eccesso di burocrazia e i limiti dell’autonomia scolastica attualmente in essere.

Non si tratta di aggiungere nuove norme. Anzi, si deve andare, secondo l’ANP, “verso la liberazione di un’autonomia scolastica attualmente imbrigliata. La scuola è legata al territorio e i suoi committenti sono la società e gli studenti stessi. Perciò deve dare risposte differenziate rispetto a bisogni diversi e alle diverse inclinazioni degli alunni”.

È in questo quadro che vanno valutate proposte come quella dello studio del coding e del pensiero computazionale, e anche il ritorno all’insegnamento della musica e delle arti, e le iniziative volte a rafforzare la connessione con il lavoro: “Bisogna lavorare per far sì che l’era digitale abbia a pieno titolo diritto di cittadinanza al suo interno”, ha riassunto Rembado: “E’ da lì che arriva la possibilità di un apprendimento migliore, attraverso l’utilizzo di tecnologie moderne e attuali e alla conoscenza profonda di questi meccanismi”.