
Voto in condotta: 11 mesi per approvare la legge, quanti per il ddl sui diplomifici?

La legge sulla nuova valutazione nella scuola primaria e sulla condotta nella scuola secondaria è stata approvata in via definitiva dalla Camera e, dopo la sua pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, entrerà in vigore dopo i 15 giorni di rito previsti per vacatio legis, probabilmente a metà ottobre. Dal momento della presentazione del testo del relativo disegno di legge governativo registrata in Senato il 22 novembre 2023, saranno trascorsi, quindi, quasi undici mesi.
Quegli undici mesi, oltre a confermare la previsione dell’ufficio statistica del Senato che stima in quella durata temporale il tempo medio per portare a termine un disegno di legge governativo, sono la prova che le disposizioni normative o amministrative non si attuano con un semplice schioccare di dita e che “dal dire al fare” ecc. con quel che segue.
Assumendo a riferimento proprio questo iter normativo, ci sia consentita una riflessione riguardante altra materia, i diplomifici.
Questa legge sulla valutazione e sulla condotta è stata voluta con molta determinazione dal ministro Valditara che ne ha fatto un suo cavallo di battaglia.
Nonostante ciò, come si vede, il tempo per raggiungere l’obiettivo non è stato certamente breve, come non sarà breve nemmeno il tempo necessario per darvi attuazione.
Il disegno di legge sui diplomifici, preannunciato a fine 2023 e di cui il CdM ne aveva approvato il testo di massima a fine marzo 2024 (cioè sei mesi fa), non è ancora stato presentato ufficialmente alle Camere. Devono quindi ancora partire i tempi, che difficilmente sarebbero più contenuti del ddl sul comportamento, ai quali andrebbero aggiunti quelli necessari di attuazione effettiva.
Il fatto poi che Valditara non abbia incluso la lotta ai diplomifici tra gli impegni e le novità del nuovo anno scolastico nel videomessaggio pubblicato sul canale YouTube del Ministero. Come è da interpretare? Potrebbe essere irrilevante, mentre c’è da sperare che al contrario l’iniziale determinazione del ministro per un cambiamento significativo delle norme sulla parità non si sia andata via via affievolendo.
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