Voglia di bocciatura annuale

Tra i primi decreti legislativi per l’attuazione della riforma Moratti vi sarà anche quello relativo alla valutazione, i cui criteri di fondo sono contenuti nell’ art. 3 della legge delega .

Si tratterà di definire i due livelli fondamentali di valutazione: quella esterna all’istituzione scolastica e quella interna. La prima affidata sostanzialmente all’Invalsi, l’istituto che dovrà costruire il nuovo sistema nazionale di valutazione, e l’altra affidata alle singole scuole e ai docenti.

Ed è proprio questa interna quella che da tempo fa discutere, non tanto per la previsione della autovalutazione affidata agli organi di istituto per controllare l’efficacia dell’azione scolastica complessiva, quanto per la valutazione degli alunni affidata ai singoli docenti.

Si dice infatti nella legge che “agli stessi docenti è affidata la valutazione dei periodi didattici ai fini del passaggio al periodo successivo”. Una frase che fa intendere che nei bienni previsti all’interno di ciascun settore scolastico (primaria, secondaria I grado e licei) la bocciatura è prevista solamente per il passaggio al successivo periodo. Il che esclude la bocciatura nel primo anno del biennio.

Ma questa previsione, ritenuta poco severa, non è condivisa da molti parlamentari della maggioranza ed in particolare dal sen. Valditara, responsabile scuola di Alleanza Nazionale. Il dissenso ha preso corpo nei diversi ordini del giorno presentati alla Camera ed accolti dal Governo che ipotizzano la bocciatura da un anno all’altro.

Il ministro Moratti è presa ora tra l’incudine e il martello: dare attuazione rigorosa alla legge mantenendo intatta l’unità dei bienni anche sotto l’aspetto valutativo (altrimenti a cosa servono i bienni?), ribadendo così la valenza non giuridica dell’ordine del giorno, oppure dare seguito agli ordini del giorno prevedendo, se pur in forma di eccezione, la bocciatura annuale, ma correndo in tal modo il rischio di emanare un atto viziato da eccesso di delega e perciò impugnabile?