
Villa Nazareth: dagli studenti una riflessione sui 40 anni della Conferenza di Helsinki
“Il governo di un mondo multipolare”. E’ stato questo il tema del convegno tenutosi a Roma il 20 e 21 novembre scorsi, nel Collegio universitario Villa Nazareth, in occasione del quarantesimo della Conferenza sulla Sicurezza e la Cooperazione in Europa. Promosso dalla Fondazione Comunità Domenico Tardini, il convegno ha offerto non solo un’ampia rivisitazione dello scenario storico-politico di quegli anni, che condusse prima alla Conferenza e poi all’Atto Finale di Helsinki, ma ha altresì fornito, anche alla luce dei recenti eventi terroristici di Parigi e del Mali, una riflessione attuale sul futuro dell’ordine internazionale e sulla positività del “modello Helsinki” in connessione alle prossime iniziative diplomatiche da intraprendere. Due giorni intensi in cui gli universitari hanno portato a termine un percorso di approfondimento compiuto con il professor Vincenzo Buonomo, ordinario di Diritto Internazionale all’Università Lateranense, e iniziato con un precedente seminario svoltosi il 23 maggio con la partecipazione del padre Luciano Larivera, S.J., e del professor Alberto Melloni.
Caratterizzato dagli interventi di studiosi ed esperti come lo stesso Buonomo, Romano Prodi, Rosario Sapienza, Emma Fattorini, Franco Cardini e Carlo Ossola, aperto dal vicepresidente di Villa Nazareth, l’arcivescovo Claudio Maria Celli e concluso dal Segretario di Stato vaticano, il cardinale Pietro Parolin, il convegno di novembre è stato il risultato di uno scrupoloso lavoro organizzativo a cui ogni studente del collegio ha contribuito. Il simposio è stato inoltre arricchito dallo svolgimento di un laboratorio di formazione, dalle comunicazioni di alcuni giovani studiosi della Fondazione, e dalla realizzazione di una mostra documentaristica dedicata alla Conferenza. Ideata per ricordare le tappe principali dell’azione diplomatica della Santa Sede alla Conferenza di Helsinki, l’esposizione ha raccolto foto, stralci di interviste, dichiarazioni e discorsi dei principali protagonisti vaticani, dall’arcivescovo Agostino Casaroli a monsignor Achille Silvestrini.
“Villa Nazareth è un «cenacolo» in cui si intrecciano scienza e fede e che vede l’avvicendarsi di generazioni che trascorrono gli anni della formazione per prepararsi a dare un solido e specifico contributo alla società e alla Chiesa”, ha affermato il Segretario di Stato in apertura del suo intervento, soffermandosi sulle finalità educative dell’opera “nel ricordo degli anni di ministero sacerdotale svolto in questa Casa”, in cui monsignor Parolin soggiornò dal 1996 al 2000 come assistente spirituale degli studenti. Fondata a Roma nel 1946 da monsignor Domenico Tardini, Villa Nazareth è oggi una residenza universitaria parte della Conferenza Permanente dei Collegi universitari di Merito legalmente riconosciuti dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. A Villa Nazareth opera anche la Fondazione Comunità Domenico Tardini, formata da ex alunni e da altri amici. Agli oltre 100 studenti provenienti da tutta Italia, residenti a Roma e fuori, l’offerta formativa propone numerose opportunità di crescita personale e professionale, soggiorni di studio all’estero, incontri e visite culturali. Possibilità che permettono agli universitari di acquisire un’alta preparazione e, allo stesso tempo, di approfondire dettagliatamente le maggiori problematiche del dibattito contemporaneo. Tra gli obiettivi educativi di Villa Nazareth, infatti, c’è l’intento di dotare ogni suo studente di strumenti di analisi critica, da conseguire anche attraverso l’organizzazione, nel corso dell’anno accademico, di seminari e convegni su tematiche di rilevante interesse scientifico e culturale. E’ su questa base che la comunità del Collegio ha scelto, per il suo convegno autunnale, di richiamare l’attenzione sulla Conferenza di Helsinki, riportando alla luce uno degli eventi più significativi svoltisi nel corso degli anni della “guerra fredda”.
Ripercorrere la storia della CSCE ad Helsinki ha significato non solo riflettere su un processo di grande impatto per le contemporanee relazioni internazionali in relazione alla sicurezza, alla cooperazione e alla libertà religiosa, ma anche quello di rendere omaggio al ruolo svolto dall’allora monsignor Achille Silvestrini, poi cardinale e presidente di Villa Nazareth. “Silvestrini è stato uno degli operai della prima ora di quella svolta epocale e ha descritto quegli anni di lavorio, di incontri, di negoziato, come «un’intuizione di grande significato»”, ha affermato il cardinale Parolin, sottolineando come Helsinki non sia solo una pagina di storia ma un grande momento diplomatico che ha contribuito a mutare i rapporti fra gli Stati e di cui è possibile attualizzarne l’eredità.
Mariangela Rosato
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