Verso piani di studio più flessibili?
Lo propone una risoluzione approvata dalla VII Commissione del Senato. La proposta di Tuttoscuola
Se ne parla, dopo che la senatrice Francesca Puglisi (Pd, responsabile scuola della segreteria) ha proposto, in una risoluzione approvata dalla VII Commissione del Senato, di istituire il ‘curriculum dello studente’ negli anni terminali del secondo ciclo d’istruzione, attraverso la flessibilizzazione dei piani di studio che comprenderebbero così materie base uguali per tutti, materie opzionali e materie facoltative a discrezione dello studente, con la finalità di adattare i corsi alle attitudini degli studenti e potenziare l’orientamento in uscita.
“Da anni rivendichiamo la necessità di riformare la struttura della nostra scuola rendendola più flessibile e adattabile alle attitudini degli studenti – ha detto Alberto Irone, portavoce nazionale Rete degli studenti medi in una dichiarazione ripresa dall’agenzia Dire-Giovani – per aggredire la dispersione scolastica, innalzare i livelli di istruzione per tutti e realizzare un vero sistema orientante.
Per Irone è “necessario istituire da subito il biennio unitario superando la cesura tra scuole medie inferiori e superiori, accompagnato da un triennio specializzante e da una flessibilizzazione progressiva del curriculum per tutti i 5 anni di scuola superiore, innalzando contemporaneamente l’obbligo scolastico a 18 anni. La risoluzione del Senato va in questa direzione ma non basta. Sfidiamo parlamento e governo: se si vuol fare ‘la rivoluzione’ nella scuola si parta dal biennio unitario“. “Chiediamo quindi – conclude – la convocazione immediata di un tavolo con le rappresentanze studentesche per discutere di queste proposte e di tutti i temi sollevati da ‘La Buona Scuola’“.
In direzione della maggiore flessibilità e personalizzazione dei piani di studio della secondaria superiore, con particolare riferimento all’anno conclusivo, anche Tuttoscuola si è da tempo espressa in senso favorevole avanzando la proposta di legare l’esame di maturità – da concentrare su due-tre materie scelte dal candidato all’inizio dell’ultimo anno – agli studi o attività successivi, con riconoscimento di CFU per chi si iscrive all’università in corsi coerenti con le materie scelte all’esame. Una miniriforma che potrebbe (avrebbe potuto) essere realizzata senza rivoluzionare l’intero assetto della secondaria superiore.
Ma la risoluzione Puglisi e gli studenti della Rete (e forse anche il sottosegretario Faraone) sembrano puntare su riforme molto più radicali. E anche molto più difficili…
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