Tuttoscuola: Non solo statale

Verso la nuova maturità/3. Diplomi e diplomifici

La riforma dell’esame di Stato affiancherà al giudizio delle Commissioni d’esame sulle prove da esse stesse organizzate quello formulato dall’INVALSI, al quale la legge affida il compito non solo di predisporre ma anche di gestire apposite prove esterne.
Questo significa che in tutte le scuole sede d’esame, comprese ovviamente le paritarie in odore di “diplomificio”, l’esame si sdoppierà, e potrebbero emergere forti contrasti tra il giudizio “interno” e quello “esterno”. Il fenomeno potrebbe ovviamente riguardare anche le scuole statali, ma è verosimile – sempre che sia assicurata l’oggettività della valutazione delle prove esterne – che esso assuma proporzioni anomale nei “diplomifici”, o comunque nelle scuole, anche statali, che non offrono ai loro allievi una preparazione adeguata.
D’altra parte, essendo preclusa dalla Costituzione l’abolizione del valore legale del titolo, la via della rigorosa e oggettiva certificazione degli apprendimenti sembra essere l’unica strada percorribile per ridare al diploma un valore sostanziale. Il certificato che accompagna il diploma, istituito dalla legge 425/1997 (riforma Berlinguer), dovrebbe contenere l’esito delle prove esterne, e una realistica descrizione della carriera scolastica dell’allievo, non (come ora) la semplice indicazione del piano di studi formale che sta alle spalle del diploma conseguito, e che gli allievi dei “diplomifici” quasi mai hanno seguito regolarmente, anno per anno.
Insomma, se ben gestita, questa operazione, centrata sulla valutazione dei risultati, potrebbe risolvere la partita della lotta ai diplomifici assai più efficacemente di qualunque altra misura fondata sul controllo delle procedure.

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