Verso la nuova maturità/2. Chi sceglie che cosa?

Ma non è solo una questione di tempi tecnici. Ci sono anche importanti nodi politici che vanno sciolti in tempo utile, e possibilmente anche in modo razionale. Per esempio la questione del rapporto e del raccordo tra le prove organizzate dalle commissioni d’esame (che continueranno ad esserci) e quelle “predisposte e gestite” dall’INVALSI.
Il relatore in Commissione, il senatore Guido Brignone della Lega, contesta il fatto che lo schema di decreto legislativo assegni al Ministro la scelta delle prove (quelle di competenza dell’INVALSI), e in effetti la misura sembrerebbe – come dire – neotardogentiliana, e poco rispettosa dell’autonomia e della competenza scientifica dell’INVALSI. Ma d’altra parte il Ministro pro tempore a riforma attuata non potrà più scegliere (come adesso fa) i contenuti della prima e della seconda prova, perché queste saranno “organizzate dalle commissioni d’esame”, come prevede la legge. Forse sarebbe ragionevole riconoscere al Ministro il compito di scegliere non tanto i contenuti delle prove quanto il livello di complessità delle stesse, gli standard minimi, dei quali si assume la responsabilità politica. Dopodiché l’INVALSI, organo tecnico, dovrebbe procedere in totale autonomia sia nella predisposizione sia nella valutazione dell’esito delle prove.