Venticinque condizioni al Dl Scuola, le reazioni

Le venticinque incongruità di tipo economico-finanziario individuate dalla commissione Bilancio della Camera dei Deputati al testo del dl Istruzione, con altrettante condizioni da rispettare per la sua approvazione, sono in queste ore oggetto di commenti da parte dei vari schieramenti politici.

La deputata e responsabile scuola Pdl, Elena Centemero, sottolinea la necessità che i provvedimenti per la scuola non si traducano in un aggravio del prelievo fiscale generale: “Investire sulla scuola significa investire nel futuro dei giovani ma serve una valutazione che tenda a migliorare l’utilizzo delle risorse. È opportuno che non si tratti di investimenti a pioggia, senza controllo e verifiche nell’ottica di una spesa che sia efficace ed efficiente e questo principio manca all’interno del decreto. Il provvedimento stabilisce infatti coperture di spesa che, incrementando le accise su birra e alcolici e l’imposta di registro immobiliare, vanno a discapito dei cittadini. Va bene dare un aiuto alla scuola ma credo sia importante trovare una soluzione che non si traduca in aumento di tasse per gli italiani e per questo abbiamo presentato alcuni emendamenti che stabiliscono uno schema di coperture finanziarie alternative“.

Possibilista il commento della deputata Pd e relatrice del dl Istruzione, Manuela Ghizzoni, che dichiara: “Cercheremo di superare le valutazioni negative espresse dalla commissione Bilancio che ha fatto una mera valutazione di tipo finanziario del provvedimento“.

Non cela timori per una nuova stangata fiscale invece, Federalimentare, l’associazione che riunisce gli industriali  del settore alimentare di Confindustria. “Federalimentare – spiega il Presidente dell’associazione Filippo Ferrua Magliani in una nota – si rivolge al Parlamento ed al Governo per scongiurare che in sede di conversione del DL Scuola vengano approvate ulteriori contribuzioni inique, esasperando le già vessatorie imposizioni vigenti (accise) e dimostrando ancora una volta una completa indifferenza ai problemi che colpiscono il comparto – il cui quadro congiunturale peggiora vistosamente, con un calo del fatturato a valori costanti delle vendite alimentari pari al -4,5% rispetto al 2012”.