Vecchi libri di testo e nuove proteste

L’ultimo bastone che gli oppositori della Moratti tentano di porre tra le ruote della riforma della scuola, trovando una sponda in alcuni editori, riguarda l’adozione dei libri di testo.
I collegi docenti sono infatti invitati a non adottare testi che recepiscono le innovazioni della riforma. E già, ma quali testi allora adottare, se la nuova produzione editoriale, per un accordo tra Miur ed editori, si è adeguata alla riforma?
Non adottare nulla è impossibile, ma…
L’aiuto a questa linea di contestazione, inaspettatamente, è venuto proprio da alcuni editori, soprattutto del settore della ex-scuola media, che – rompendo il fronte dell’accordo tra MIUR ed editori – hanno garantito la disponibilità di testi pre-riforma.
E in diverse scuole la proposta sembra riscuotere interesse.
Le decisioni dei collegi non violano la legalità formale (l’atto di scelta del libro di testo è una esplicitazione della libertà d’insegnamento garantita dalla Costituzione), anche se con il prossimo anno scolastico comunque i docenti sono tenuti al rispetto delle “Indicazioni nazionali”, che hanno delineato i nuovi assetti delle discipline d’insegnamento.
Questo fatto potrebbe ora aprire un fronte di contestazione tra il ministero e gli editori per l’avvenuta dissociazione di alcuni rispetto all’accordo (a danno peraltro degli altri editori, che hanno investito in nuovi titoli).
Per parte loro gli editori non mancheranno di lamentarsi per l’emanazione di decreti ministeriali con i quali sono stati congelati i prezzi dei libri di testo, avvenuta quando le nuove edizioni (più costose) erano già state messe sul mercato.