Valutazione/1. Quella degli studenti va…

La percentuale di partecipazione degli studenti di scuola secondaria superiore alle prove Invalsi svoltesi il 12 maggio 2016 ha raggiunto, secondo i dati resi noti dall’Istituto, il 93,44% degli studenti delle classi campione e l’88,08% delle classi non campione, per un dato complessivo del 90,95%, “tale da garantire la significatività della rilevazione sia per le classi campione sia per quelle non campione”.

Il dato, come anche quelli riguardanti le prove svoltesi nella settimana precedente nella scuola primaria, è contestato dai sindacati autonomi di base, fortemente impegnati nel boicottaggio, ma è un fatto che la partecipazione è stata nettamente superiore a quella registrata l’anno scorso, attestatasi attorno all’80%.

È molto probabile che in qualche scuola il risultato sia poco attendibile anche a seguito di ‘comportamenti anomali’, come li chiamano all’Invalsi (copiatura, annullamento delle schede, risposte casuali, magari ‘aiutini’ da parte di qualche prof), ma l’Istituto possiede il know how necessario per scorporare i dati inaffidabili. Ai fini della valutazione di sistema dunque l’Invalsi può anche prescindere da essi, mentre saranno le scuole eventualmente interessate da tali fenomeni a non poter utilizzare i dati ai fini dell’autovalutazione o del confronto con i dati nazionali o territoriali: una specie di autogol, insomma, anche se gli avversari dei “quiz” non lo riconosceranno mai, convinti come sono (quelli in buona fede) dello scarso valore educativo di questo strumento di misurazione delle prestazioni degli studenti.

Di fatto, comunque, soprattutto nella scuola primaria, i test sono ormai accettati dagli insegnanti come se facessero parte dei loro normali programmi di insegnamento (anche se non mancano critiche alle prove proposte), mentre nella scuola secondaria superiore sono percepiti come strumenti di misurazione di singole performance, da affiancare (eventualmente, per chi lo vorrà fare) ai numerosi altri elementi a disposizione dell’insegnante ai fini della valutazione del livello di apprendimento complessivamente raggiunto dall’alunno.