Valutazione: serve un’altra strategia

Sembra ormai chiaro che i due progetti sperimentali “per la valutazione delle scuole” e “per premiare gli insegnanti che si distinguono per un generale apprezzamento professionale all’interno della scuola”, da realizzarsi su un campione di scuole, hanno scarse possibilità di successo finale in mancanza di un consenso allargato, di un dialogo reale con le scuole e tra le scuole.

Le opposizioni incontrate sono state fortissime e solo ultimamente, dopo aver allargato ad altre città la partecipazione, è stato raccolto un numero sufficiente di adesioni. L’argomento scotta e il clima che si respira attorno ai progetti non sembra favorire la cooperazione tra le varie componenti coinvolte. Tutto si mescola fino alla paralisi in mancanza di una chiara, esaustiva ed efficace informazione in grado di orientare i docenti e  le scuole, di motivare il territorio. Il  Miur avrebbe dovuto adoperarsi in modo più mirato per convincere scuole e docenti a partecipare al progetto di sperimentazione,  sottolineando e rassicurando che scopo della valutazione è migliorare le scuole, la condizione dei docenti e non classificarli. Il messaggio doveva essere che la valutazione è necessaria, che dall’innovazione i docenti potranno avere molto di più (autorevolezza del ruolo, riconoscimento dei risultati che ottengono, etc..), che non si può continuare a difendere una situazione che impedisce strategie opportune per realizzare, con azioni di formazione e di aggiornamento in servizio, il miglioramento del loro profilo professionale.

E sembra anche un po’ azzardato dichiarare di concludere la sperimentazione entro giugno, quando si deve ancora partire! Il quadro insomma è preoccupante, e non è accettabile la politica degli annunci e degli obiettivi raggiunti solo sulla carta.