Tuttoscuola: Il Cantiere della didattica

Valutazione. Il valore predittivo dei test

Il 20 novembre l’Invalsi ha trasmesso in diretta in streaming, in via sperimentale ma con un sostanziale successo, la prima giornata dell’incontro nazionale di riflessione sulle prove Invalsi di italiano, promosso dall’Istituto guidato da Paolo Sestito, Commissario straordinario, e Roberto Ricci, responsabile del Servizio nazionale di valutazione, area prove. Il prossimo 27 novembre sarà trasmessa anche la seconda giornata, dedicata alla matematica.

Molte sono state le informazioni e gli stimoli forniti a chi ha seguito la trasmissione da casa o nelle scuole in una giornata caratterizzata da una modalità espositiva resa opportunamente chiara e ‘amichevole’ dai diversi relatori.

Particolarmente stimolante è apparso il contributo di Maria Teresa Siniscalco, centrato sul confronto tra le prove Invalsi e quelle internazionali di comprensione della lettura previste dalle indagini comparative PIRLS (per alunni di 9 anni) e PISA (alunni di 15 anni). La relatrice ha auspicato un avvicinamento delle prove nazionali Invalsi alla tipologia di prove che a livello internazionale vengono prese in sempre maggiore considerazione, quelle a risposta aperta, che danno molte più informazioni sulle strategie di apprendimento degli studenti.

Siniscalco ha accennato anche a un secondo tema di notevole interesse: alcuni studi longitudinali promossi dall’Ocse a partire dai risultati di PISA 2000 rivelano che gli studenti che a 15 anni ottengono i migliori risultati nei test di lettura hanno una probabilità di successo negli studi superiori fino a 16 volte maggiore di quella dei compagni che ottengono risultati più modesti. Gli studi finora compiuti mostrano inoltre che il valore predittivo dei test PISA è superiore a quello delle valutazioni date dagli insegnanti agli stessi studenti. Di qui l’interesse che gli insegnanti avrebbero a utilizzare test del tipo di quelli proposti dall’Ocse.

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