Valutazione alla primaria: tutte le difficoltà e come superarle
Valutare gli apprendimenti è uno dei compiti più complessi e impegnativi per un docente. Non basta “mettere un voto”: occorre saper scegliere criteri validi, ridurre la soggettività, motivare le proprie decisioni rispetto al curricolo, comunicare in modo chiaro con le famiglie e, nel frattempo, adattarsi a normative che cambiano di continuo.
Negli ultimi anni la valutazione nella scuola primaria ha conosciuto diverse trasformazioni: basti pensare al ritorno dei giudizi sintetici al posto di quelli descrittivi, previsto per il 2024-2025. Ogni modifica normativa implica un lavoro profondo di adeguamento, non solo sul piano tecnico ma anche su quello culturale. A questo si aggiunge la difficoltà, spesso segnalata dagli insegnanti, di costruire strumenti davvero affidabili: livelli, rubriche e griglie che siano coerenti con gli obiettivi formativi e garantiscano equità e trasparenza.
La discrezionalità, inevitabile in assenza di criteri precisi, può facilmente trasformarsi in arbitrarietà. La valutazione rischia così di apparire come un giudizio personale, talvolta poco comprensibile agli occhi delle famiglie. Spiegare il perché di una decisione, soprattutto quando le aspettative sono diverse, diventa un compito complesso, che richiede tempo, chiarezza e coerenza metodologica.
A pesare ulteriormente è lo sbilanciamento tra la dimensione burocratica e quella formativa. Spesso la valutazione finale si riduce a un adempimento, anziché a un momento di crescita e riflessione condivisa. Il carico di lavoro è imponente: progettare prove, elaborare feedback, adattare strumenti per classi eterogenee e rispondere alle richieste della scuola e delle famiglie significa sottrarre energie preziose alla dimensione educativa.
Molti docenti lamentano, inoltre, la mancanza di coerenza tra didattica e valutazione: obiettivi formulati in modo generico o non osservabile rendono difficile verificare realmente ciò che si intende insegnare. Tutto questo contribuisce a rendere l’atto valutativo stressante e, in certi casi, fonte di frustrazione. È evidente che gli insegnanti non possono essere lasciati soli: per garantire una valutazione giusta, formativa e rispettosa degli studenti servono strumenti affidabili, cultura condivisa e un solido supporto metodologico.
Una guida per rendere la valutazione più coerente e sostenibile
In questo contesto, Valutare gli apprendimenti nella scuola primaria di Gabriella Agrusti e Ira Vannini, realizzato in collaborazione con il gruppo CRESPI, rappresenta una risposta concreta alle difficoltà quotidiane dei docenti. Non un saggio teorico, ma una guida operativa che accompagna passo dopo passo nella costruzione di pratiche valutative più consapevoli.
Le autrici propongono un approccio chiaro e applicativo: i principi della docimologia vengono tradotti in esempi, procedure e strumenti pronti all’uso. Il docente è guidato lungo l’intero ciclo valutativo — dalla fase iniziale di accertamento diagnostico al monitoraggio in itinere, fino alla valutazione finale e alla certificazione delle competenze — con criteri, modelli e rubriche che aiutano a ridurre la discrezionalità e a dare senso e coerenza all’intero processo.
Un aspetto centrale del volume è il legame inscindibile tra progettazione e valutazione. Creare obiettivi osservabili e misurabili, allineandoli ai traguardi di competenza, consente di rendere la valutazione una naturale conseguenza della didattica, non un passaggio imposto o aggiunto. La guida offre inoltre una preziosa dotazione di risorse digitali: schede, griglie e rubriche editabili, che permettono agli insegnanti di risparmiare tempo e lavorare con strumenti validati e personalizzabili.
Sebbene pensato per la scuola primaria, il metodo proposto da Agrusti e Vannini si rivela utile anche per la secondaria e per la formazione docenti: le logiche di coerenza, validità e trasparenza sono infatti universali. In definitiva, Valutare gli apprendimenti nella scuola primaria non è solo un testo da leggere, ma un supporto di lavoro che aiuta i docenti a trasformare la valutazione da fonte di incertezza a leva di crescita professionale.
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