Vade retro, italicus

La decisione del Codicen, il Consiglio dell’istruzione pubblica uruguayana, di sopprimere l’obbligatorieta’ dell’insegnamento dell’italiano nelle scuole medie superiori del Uruguay, paese con un 40% della popolazione di origine italiana, ha sollevato immediate proteste sia da parte della comunita’ italiane che dei 300 docenti finora impegnati in tale attivita’.

Mentre gia’ sabato scorso gli insegnanti si sono radunati davanti alla Casa degli italiani di Montevideo per protestare contro la misura, definita un ”sopruso privo di senso”, Mario Bianchi, membro della Commissione per la difesa della lingua italiana, ha annunciato oggi che l’organismo si propone di ricorrere alla giustizia per evitarne l’entrata in vigore.

”La difesa dell’italiano e’ anche difesa del plurilinguismo, nelle migliori tradizioni dell’Uruguay”, ha pero’ sostenuto Bianchi, ricordando inoltre che oltre il 40% degli abitanti del Paese e’ di origine italiana. In proposito, secondo Magdalena Gerone, presidente della societa’ Dante Alighieri, uno dei principali istituti per l’insegnamento dell’italiano in Uruguay, ha assicurato che l’eliminazione dell’italiano nelle scuole secondarie ”sara’ un passo indietro”, non solo dal punto di vista culturale ma anche da quello commerciale ”perche’ sono sempre piu’ numerose le persone che lo vogliono apprendere per servirsene nel settore degli affari”.