Vaccini: serve quello contro l’ignoranza

La sconcertante vicenda della proroga di un anno del termine entro il quale scatterà l’obbligatorietà dei vaccini per accedere alle scuole pubbliche (e non è detto che tale obbligatorietà non venga addirittura revocata per legge, come i no vax si aspettano dalla maggioranza giallo-verde al governo) mette in evidenza due cose: in primo luogo quanto siano gravi i danni prodotti da un sistema elettorale che ha consentito alle forze politiche più anti-sistema (M5S e Lega) di accogliere in modo indiscriminato qualunque richiesta e protesta purché ostile all’ancien régime rappresentato dai governi Renzi-Gentiloni, e in secondo luogo (ma anche più importante del primo) quanto sia stretta la relazione tra il livello di istruzione e consapevolezza culturale di un popolo e la sua propensione a farsi condizionare da pulsioni demagogiche, leggende metropolitane e bufale – o fake news come ora si dice – più o meno ingigantite dai social networks.

Desta preoccupazione, da questo punto di vista, che l’Italia abbia tuttora uno dei più bassi livelli di istruzione tra gli adulti in Europa, e che resti in fondo alle classifiche per quanto riguarda la lettura di libri e giornali. Ciò spiega anche la scarsa considerazione nella quale è tenuta la scienza da parte di settori dell’opinione pubblica che ha accomunato nel rancore anti-establishment le élites politiche dei partiti tradizionali e le élites culturali, comprese quelle espresse dal mondo della scienza.

Non è un fenomeno solo italiano (basti pensare alle posizioni assunte da Donald Trump in materia di clima), ma in altri Paesi, a partire dagli USA, esistono contropoteri a vari livelli, da quello delle varie magistrature a quello della grande stampa indipendente, che oppongono una forte e spesso vincente resistenza alle bufale, anche a quelle di fonte presidenziale.

Da noi non è così. La vicenda dei vaccini, nella quale il mondo della scienza si è compattamente attestato in difesa dell’obbligatorietà, ha visto la maggioranza giallo-verde (più a livello politico-parlamentare che governativo, con la ministra Grillo, che è medico, costretta ad avventurosi contorsionismi dialettici) pagare un’assurda cambiale ai no vax. In questo caso, va detto, i più diffusi (ma poco letti) quotidiani italiani si sono schierati a favore degli scienziati e contro il rinvio dell’obbligo di vaccinazione.

Ora il provvedimento sarà esaminato dalla Camera. Osiamo sperare che sarà ascoltata, oltre che la voce degli scienziati, anche quella dei parlamentari del M5S, come la senatrice Elena Fattori e i deputati Giorgio Trizzino, direttore sanitario dell’Ospedale dei Bambini di Palermo, e Fabiola Bologna, che hanno criticato a fondo il rinvio deciso dal Senato condividendo in pieno l’opinione degli esperti.