USA. Come i voucher hanno tradito la loro missione originaria

Ogni anno gli Stati americani trasferiscono alle scuole private milioni di dollari che altrimenti sarebbero destinati all’istruzione pubblica ma, in media, i risultati che gli studenti di quelle scuole ottengono sono peggiori e i costi per i contribuenti più alti. Eppure, le scuole private finanziate con i voucher (buoni studio) hanno continuato a crescere a un ritmo senza precedenti e sono ora disponibili in più di 30 Stati oltre al Distretto di Columbia. Come si spiega questa tendenza?

Una risposta viene da un recente volume, The School Voucher Illusion: Exposed the Pretense of Equity (“L’illusione del voucher: svelato il falso pretesto dell’equità”) pubblicato nel mese di aprile 2023 dall’editrice Teachers College Press e curato dal direttore della NEPC (National Education Policy Center) Kevin Welner dell’Università del Colorado, Gary Orfield dell’UCLA (Los Angeles) e Luis Huerta, del Teachers College, Columbia University.

Secondo gli autori la ragione del crescente numero di scuole gestite da privati ma finanziate con i voucher sta nel successo della ingannevole campagna pubblicitaria con la quale i gestori hanno a suo tempo presentato, ma tuttora “vendono”, i voucher come uno strumento finalizzato all’equità.

I voucher”, spiegano i curatori nell’introduzione del libro, “inizialmente erano stati prospettati come una strategia capace di offrire anche ai bambini di colore poveri quella scelta tra diverse scuole di cui potevano godere solo gli studenti bianchi, ma con il passare del tempo questa giustificazione iniziale è stata sostituita dall’obiettivo di proteggere ed espandere i voucher in sé, senza alcuna attenzione particolare per i bambini emarginati o appartenenti a minoranze”.

Il libro ripercorre la storia dei voucher dalle loro origini nel movimento antisegregazionista, che dopo la decisione della Corte Suprema “Brown v. Board of Education” del 1954 (che aveva dichiarato incostituzionale la separazione delle scuole per i bianchi e i neri) aveva pubblicizzato i voucher come un modo per promuovere i diritti civili, alla loro successiva e oggi dominante funzione di sussidi per le famiglie benestanti, con protezioni antidiscriminatorie ridotte al minimo.

La tesi sostenuta nel libro è stata subito rilanciata dalla “Public Funds Public Schools”, un’organizzazione senza scopo di lucro facente capo alla Education Law Center del New Jersey, con vasto seguito negli USA, che si oppone all’uso di fondi pubblici per le scuole private. 

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