Uno stress test per i dirigenti scolastici

La condizione nella quale si troveranno ad operare molti se non tutti i dirigenti scolastici a partire dall’anno scolastico che sta per iniziare è simile a quella delle banche europee che sono state recentemente sottoposte allo “stress test”: una prova di resistenza in una situazione di estrema difficoltà, finanziaria per le banche, organizzativa e gestionale per i dirigenti scolastici.

Il dossier pubblicato da Tuttoscuola la scorsa settimana ha messo in luce le conseguenze della vera e propria rivoluzione organizzativa provocata dal Decreto legge n. 98, convertito nella legge 15 luglio 2011 n. 111, ‘Disposizioni urgenti per la stabilizzazione finanziaria’. Conseguenze che colpiranno in particolare i dirigenti delle scuole, rendendone il lavoro più complesso e impegnativo di prima.

La soppressione di 1100 istituzioni scolastiche, la notevole quantità di scuole (si calcola che potrebbero esser 2000) che essendo sottodimensionate rispetto ai nuovi parametri perderanno comunque il dirigente, il conseguente drastico taglio dell’organico dei dirigenti, ma anche di direttori e assistenti amministrativi si scaricheranno sulle spalle dei residui dirigenti scolastici (il cui organico a regime sarà di 7.130 posti), che si troveranno a dirigere scuole più grandi, con un numero maggiore di plessi-sedi di cui circa 2000 in reggenza, con più insegnanti, alunni e famiglie, organi collegiali da rinnovare, RSU da rieleggere.

In questi anni si è a lungo discusso se la funzione dei dirigenti scolastici sia più assimilabile a quella di un leader o a quella di un manager. Temiamo che anche alla luce di quanto sopra esposto non ci sia più da nutrire dubbi. Il dirigente scolastico della scuola che esce dalla drastica cura dimagrante di questi ultimi anni e mesi è certo più simile al manager di una azienda in via di ristrutturazione che al leader di una stabile e tranquilla comunità educante.