Uno sciopero piccolo piccolo. O no?

Allo sciopero indetto dall’Unicobas per il 1° ottobre ha partecipato, sostiene il MIUR, l’1.34% del personale del comparto scuola. Secondo i dati rilevati dal Ministero alle ore 14.30 dello stesso giorno, nelle 4.093 scuole (su 10.905) interpellate hanno scioperato solo 5.040 dipendenti (su 373.494 tenuti al servizio).
Secondo l’Unicobas, la cui denominazione completa è “l’AltrascuolA Unicobas”, allo sciopero avrebbe invece partecipato il 10% del personale, “con punte del 20% a Roma“, cioè 100.000 persone in tutta Italia (www.unicobas.it). Lo scarto nella valutazione della percentuale di adesione allo sciopero è enorme, più elevato che in altre occasioni. Ma è proprio impossibile trovare una procedura condivisa tra sindacati (tutti) e MIUR per rendere queste cifre meno ballerine? Perché non adottare, per esempio, una metodologia di indagine a campione, del tipo di quella che si applica in occasione delle competizioni elettorali?
Non sappiamo su quali dati si fondino le percentuali fornite dall’Unicobas. Certo è che non erano molti i partecipanti alla manifestazione davanti al MIUR, e per la maggior parte studenti. Tanto è vero che il sindacalista che parlava alla (piccola) folla con un megafono si è quasi sempre rivolto a loro. Il resto del discorso è stato dedicato, oltre che alle accuse al governo (“affossamento della scuola pubblica attraverso il taglio alle spese, l’utilizzo sempre più massiccio del precariato, l’abbassamento dell’obbligo scolastico”), alla polemica con i sindacati confederali e lo SNALS, che “a parole si oppongono, ma nei fatti vanno a contrattare per pochi spiccioli la nuova ed iniqua figura del tutor e preparano la strada per una segmentazione ingiusta della funzione docente“.