Una scuola più ricca, legata agli obiettivi da raggiungere

A questo piano di reinvestimento a costo zero dovranno però essere legati degli obiettivi che il sistema scolastico dovrà raggiungere, tra i quali si possono immaginare nell’arco dei prossimi tre lustri il dimezzamento della dispersione scolastica (che oggi raggiunge nella scuola secondaria superiore statale il 28% di abbandoni) e l’incremento dei livelli di apprendimento degli studenti sopra la media europea in tutto il territorio. Insomma invece di risparmiare approfittando del calo di alunni si potrebbe rilanciare, ma purché il mondo della scuola e i suoi stakeholders (a partire dai sindacati e dal Ministero dell’istruzione) accettino la sfida del rinnovamento e di misurarsi sul raggiungimento degli obiettivi.

E’ un’opportunità per migliorare il servizio che potrà essere colta solo se adeguatamente pianificata e gestita con una politica di respiro strategico e non, come spesso è avvenuto nelle politiche per la scuola, in un’ottica di brevissimo termine, meramente occupazionale o di tagli di spesa.

La coglierà – predisponendo le azioni conseguenti, partendo da un’illuminata politica di reclutamento, formazione e aggiornamento del personale, con un piano a 5-15 anni – il Governo Renzi, che punta come mai finora nessun Governo, proprio sull’educazione come leva per rilanciare la competitività del Paese? E’ la domanda che pone Tuttoscuola al premier, al ministro dell’istruzione e al suo Governo partendo dall’analisi dei dati sui nuovi nati e quindi su come dovrà essere organizzato il servizio scolastico per loro. Per arrivare a raggiungere certi obiettivi tra 15 anni, bisogna pensarci oggi, e questo esecutivo sembra avere davanti quattro anni per pianificare accuratamente il futuro assetto: volere è potere.