Una parte dei vicepresidi rimarrà senza esonero dall’insegnamento

Attualmente la maggior parte delle 10.311 istituzioni scolastiche statali (le presidenze) si avvale di collaboratori del dirigente scolastico che, per svolgere gli incarichi affidati o per sostituire lo stesso dirigente scolastico, vengono distaccati dall’insegnamento completamente (esonero) o parzialmente (semiesonero). Al posto di questi docenti distaccati a svolgere il ruolo di vicepresidi per tutto o parte dell’orario di insegnamento vengono nominati docenti a tempi determinato fino al termine delle attività (giugno). Su questo importante istituto normativo ha messo l’occhio la manovra di stabilizzazione varata giovedì scorso dal Consiglio dei Ministri.

Nel testo ufficioso del decreto sulla manovra di stabilizzazione si legge, tra l’altro, che “il comma 4 dell’articolo 459 del decreto legislativo 16 aprile 1994, n. 297, come modificato dall’articolo 3, comma 88, della legge 24 dicembre 2003, n. 350, è abrogato”.

La breve e criptica formulazione racchiude una decisione che, se confermata, influirebbe negativamente sulla qualità del funzionamento delle istituzioni scolastiche perché creerebbe difficoltà nella gestione e nell’organizzazione del servizio, oltre a determinare una contestuale contrazione di posti per i docenti con contratto a tempo determinato.

Una norma generale (art. 459 del Testo Unico) regola gli esoneri o semiesoneri dall’insegnamento del docente vicario collaboratore del dirigente scolastico. Il comma 4 da abrogare consente di ottenere l’esonero (quindi il vicepreside, sostituito nel collegio docenti da un supplente) anche a istituzioni scolastiche con un numero di classi inferiore ai limiti stabiliti (80 classi per i circoli didattici, 55 per gli altri istituti). Con l’abrogazione del comma 4 una serie di scuole non rientreranno più nei parametri per ottenere l’esonero.

Difficile quantificarne l’entità, ma si può stimare che oscillino tra le 800 e le 1.000 unità. Per esse verrà quindi eliminata la figura del vicepreside.

Senza quei docenti esonerati dall’insegnamento che collaborano con il dirigente scolastico e che spesso lo sostituiscono in caso di assenza o impedimento, quelle scuole si troveranno in gravi difficoltà gestionali e organizzative. Ma c’è un altro effetto – vero obiettivo della manovra – che deriverebbe dall’abrogazione parziale degli esoneri e semiesoneri: la riduzione di un migliaio di posti di docente a tempo determinato fino al termine delle attività didattiche che fino allo scorso anno veniva nominato per sostituire i docenti vicari in esonero. Il risparmio per l’erario si aggira sui 25 milioni all’anno, ma a pagarlo, oltre ai docenti precari privati della nomina, saranno i dirigenti scolastici interessati, che non potranno avvalersi del supporto di questi collaboratori.