Tuttoscuola: Il Cantiere della didattica

Un ‘comma’ per gli Istituti Comprensivi

Tra le 7.588 istituzioni scolastiche statali del 1° ciclo di istruzione – direzioni didattiche, scuole medie e istituti comprensivi – i 3.283 comprensivi, pur rappresentando la tipologia più diffusa nel settore (43,3% del totale) e la novità organizzativa più interessante degli ultimi anni, sembrano essere stati dimenticati.
Eppure, al loro sorgere a metà degli anni ’90, furono sostenuti con determinazione dall’Amministrazione scolastica e dagli Enti locali, anche con iniziative di formazione per dirigenti, personale docente e amministrativo. Furono monitorati e assistiti con progetti di ricerca declinati sulle innovazioni curricolari. Gli esiti assunti per l’attuazione della scuola di base prevista dalla legge Berlinguer di riforma dei cicli scolastici sono stati indicati dagli esperti della riforma Moratti come idonei a sostenere la continuità didattica ed educativa. Ma… di loro non si parla nella bozza di decreto legislativo per il 1° ciclo di istruzione, quasi fossero una variabile indifferente per la riuscita del nuovo sistema scolastico riformato.
Al convegno nazionale di Sestino (in provincia di Arezzo) della settimana scorsa sui comprensivi è uscita una richiesta dal titolo significativo: “Un comma per gli istituti comprensivi”, un pro memoria da inserire negli imminenti decreti legislativi di attuazione della legge di riforma.
In particolare, nel comma aggiuntivo nell’ambito dei decreti applicativi della riforma, si chiede di prevedere: forme di raccordo sperimentale tra scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di I grado; ricerche e sviluppo di innovazioni curricolari in verticale nei diversi ambiti disciplinari; modalità flessibili di utilizzo del tempo scuola, dell’organizzazione dei gruppi di alunni, dei prestiti professionali tra docenti, nella prospettiva di un rafforzamento dell’organico funzionale dell’istituto comprensivo e di omogeneità di condizioni professionali tra i diversi docenti.

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