
Sui muri di diverse città italiane campeggiano in questi giorni i grandi manifesti per il film “L’ultima alba” con Bruce Willis e Monica Bellucci.
Nel testo di presentazione si legge: “C’è un momento preciso in cui un uomo diventa un’eroe“.
Quell’apostrofo di troppo, posizionato prima della parola “eroe”, poteva suggerire il proposito di informare la produzione del piccolo incidente ortografico, con il rischio di passare per pignoli e formalisti in questa Italia ortograficamente disinvolta.
Pochi giorni dopo, sorpresa: i manifesti, un po’ ricomposti nell’immagine, sono riapparsi, questa volta senza l’apostrofo poco “eroico”.
La produzione evidentemente ha preferito ristampare i manifesti-gigante ex-novo, piuttosto che far finta di niente. Una scelta che non può non essere apprezzata. La spesa, trattandosi di migliaia di copie, non deve essere stata indifferente, ma ha salvato certamente l’immagine e il buon gusto.
Una volta tanto l’ortografia è salva e i puristi del gentile idioma possono tirare un respiro di sollievo. Per quanto tempo ancora?
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